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Pillole di diritto. Assegnazione della casa familiare ed affidamento minori sempre coincidenti?
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Osservatorio legale di Sara Astorino
3 giugno 2024 14:49
 

In genere, al momento della separazione, la casa coniugale viene assegnata al genitore definito collocatario prevalente ovvero che passa più tempo con i figli.
Questo assunto ha sempre rappresentato una certezza nel diritto di famiglia, tuttavia, l’ordinanza del 22 Marzo 2024 emessa dal Tribunale di Perugia potrebbe costituire forse l’inizio di un cambiamento.
Fallito il tentativo di conciliazione tra i coniugi, il Tribunale si è trovato ad affrontare una questione complessa.
Da una parte l’affido condiviso dei minori mentre, dall’altra i coniugi non avevano trovato nessun accordo per l’assegnazione della casa familiare.
Il Tribunale ha disposto che l'ex-marito sarebbe rimasto a vivere nella casa coniugale dopo il trasferimento della moglie e dei figli presso altra abitazione.

Come si è potuti arrivare ad una tale scelta?
Come mai il Tribunale ha deciso addirittura di trasferire i minori?
La ragione è che l’uomo era affetto da una gravissima malattia che lo costringeva a ripetuti cicli di chemioterapia.
Il Tribunale ha ritenuto che per l’uomo cambiare casa avrebbe potuto pregiudicare la serenità e che sarebbe stato difficile trovare un’abitazione che garantisse spazi adeguati per i bambini e fosse facilmente raggiungibile da mezzi privati ed ambulanze.

In che modo tale scelta garantirebbe l’interesse superiore dei minori?
Secondo il Tribunale, garantire al padre condizioni di vita stabili e normali era l’unico modo per esporre, il meno possibile, i minori alla sofferenza legata alla malattia del padre e gli si concedeva anche la possibilità di vivere una vita “normale”.
Al contempo proprio lo stato di salute dell’uomo, che pure ha piena capacità genitoriale, ha determinato che il genitore collocatario prevalente sarebbe stata la moglie. Ciò perché, nel suo stato di salute, il padre non avrebbe potuto garantire autonomia e capacità necessarie per far fronte ai bisogni dei minori.

Cambiamento rivoluzionario di regole ormai cristallizzate?
No. Tuttavia è un importante precedente in tema di capacità genitoriale e di valutazione dell’importanza di mantenere tra genitori un rapporto sano con i figli.


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