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UE. Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e Patto di Stabilità e crescita. Capire in breve
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Stati uniti d'europa di Vincenzo Donvito Maxia
23 dicembre 2023 17:45
 
 Per chi non è un addetto ai lavori, non solo economici ma anche politici, è difficile capire cosa è accaduto con il raggiunto accordo in Ecofin (Consiglio dei ministri di economia e finanze dei Paesi Ue) su Patto di Stabilità e crescita e il voto contrario del nostro Parlamento alla ratifica della riforma del Mes (Meccanismo europeo di stabilità).

Si tratta di una serie di riforme che tendono a stabilizzare la situazione e aiutare i Paesi in difficoltà, in prospettiva di maggiore importanza dell’Unione negli anni a venire e - aggiungiamo noi - per rendere più tangibile e pragmatico il percorso verso gli Stati Uniti d’Europa. 

Al di là degli specifici contenuti, le valutazioni che circolano sui media risentono molto delle partigianerie politiche, e tutto si risolve in slogan che non solo non fanno comprendere nulla, ma che talvolta sono farciti di bugie che paventano disastri, sì da valorizzare la propria posizione.
Ovviamente, qui cerchiamo di andare oltre questi aspetti.

Sul patto di Stabilità, che serve a regolare il rapporto deficit/Pil, indichiamo una buona sintesi che è stata riportata dal Corsera. Per il giudizio ci appoggiamo alle dichiarazione del commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni, che ha riconosciuto il contributo rilevante dell’Italia, insieme a Francia e Germania per arrivare all’accordo, e questo nonostante il suo partito (Pd) abbia detto tuoni e fulmini contro questo accordo: “Penso che per l'Italia siano molto importanti alcuni aspetti che riguardano il percorso di correzione del deficit che tenga conto dei maggiori costi per i tassi di interesse, il riconoscimento dell'importanza degli investimenti nel Pnrr per ottenere un periodo più lungo dell'aggiustamento e il riconoscimento dell'importanza delle spese della difesa”.

Per la riforma del Mes (il cosiddetto fondo salva-Stati) indichiamo una buona sintesi fatta dall’agenzia stampa Agi. Occorrendo un consenso all’unanimità (metodo la cui riforma è anche all’ordine  del giorno per una nuova Ue), la non-approvazione del nostro Parlamento ha bloccato tutto.
Qui la vicenda è solo politica. Confermata anche dal ministro italiano dell’Economia, Giorgetti, che ha detto di ritenere il Mes giusto, ma che non andava votato per opportunità politica.
Noi ci siamo fatti una sola idea in merito: il Governo e la maggioranza parlamentare (che per l’occasione ha trovato consenso anche in alcune opposizioni) non hanno nessun giudizio nel merito del provvedimento, ma hanno deciso di svolgere il compito di unici contrari tra tutti gli altri Paesi Ue, per due motivi:
- rimarcare una propria differenza rispetto agli altri, attirando attenzione  - a prescindere - che senza l’Italia non si fa nulla;
- usare una propria disponibilità a ratificare solo in cambio di qualcos’altro che altrimenti per loro non sarebbe ottenibile. 
Motivi - entrambi - solo di potere (nazionale) e non di contenuti. Quando infatti qualcuno ha provato a discuterne nel merito, anche in sede parlamentare, si sono avute solo non risposte o vere e proprie bugie assurde senza possibilità di confronto/confutazione. 
Questo è - come si dice - un motivo politico.

Volendo approfondire il tutto, ovviamente, si trova molto sui media.
In questo caso diamo un consiglio: quando trovate un giudizio tranchant (di maggioranza o opposizione che sia), verificate sempre su fonti che in qualche modo ritenete indipendenti.

 
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