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Je suis Charlie!
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
9 gennaio 2015 12:17
 
Ci ho pensato due giorni, cercando motivi per fare questa nota e anche per non farla. E, alla fine, in questo secondo caso, l’unica che reggerebbe ancora, è che questa nota si può confondere con uno slogan – con tutta la banalità di ogni slogan.
Ma, a dispetto di ciò, ho scoperto che c’è in me una profonda convinzione di essere davvero Charlie e allora, sì, Je suis Charlie.
E sono anche Ahmed e Mustapha e il portiere Frédéric e, in questo momento, che non so ancora come andrà a finire nel villaggio di Dammartin en Goële, sono l’ostaggio nelle mani di questi poveri pazzi scatenati avvelenati dall’oscurantismo, sempre e comunque nemico dell’umanità – nel duplice senso del termine: genere umano e spirito di umanità.
E a spingermi a dire ciò che sto dicendo non è solo l’amore della libertà, fra cui quella anche per me preziosissima d’espressione, ma anche la consapevolezza che a questi chiari di luna posso trovarmi nel luogo dove si scatena la furia omicida di chi odia chi non la pensa come lui/lei, e posso restare anch’io sul selciato.
In gioventù ho vissuto il tempo delle brigate rosse e dei cosiddetti opposti estremismi, quando, semplicemente, andare in banca (come quella dell’Agricoltura di Milano), viaggiare su un treno, come il 904, o partecipare a una manifestazione sindacale, come a Brescia, poteva mettere a repentaglio la vita. Ci ho riflettuto in questi due giorni. E mi sono accorta della diversità della mia percezione del rischio; quasi inesistente, allora – molto concreta, oggi. Che però non mi spinge a rintanarmi in casa e ad evitare i luoghi affollati.
Perché, come mi dico tutte le volte che avverto un po’ di “depressione”, meglio schiantare davanti a Palazzo Vecchio che ammuffire in una tana, sia pure confortevole!
Intanto, dunque, Je suis Charlie!, e poi, nei prossimi giorni, qualche riflessione che pure sta incalzando, e che merita, con il dovuto approfondimento, uno spazio nitido tutto suo, come adesso, appunto, merita tutto questo spazio il mio grido:
Je suis Charlie!
 
 
 
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