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Aborto. Tanti in Europa quelli 'tardivi'
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Articolo di Rosa a Marca
27 maggio 2010 11:44
 
Se ogni anno dall'Italia duemila persone si recano all'estero per eseguire un'interruzione di gravidanza dopo i 90 giorni canonici, in Germania, da gennaio, gli aborti volontari "tardivi" sono soggetti a nuove regole. Che non modificano quella principale, ossia che per gravi motivi di salute una gravidanza può essere interrotta in qualsiasi momento, ma incidono sulle modalità a monte. Adesso il medico è obbligato a esprimere il suo parere in caso di malformazione del feto; la donna deve prendersi tre giorni per riflettere prima di un eventuale intervento, a meno che non ci sia pericolo per la sua vita; il medico la deve indirizzare a un centro di consulenza psico-sociale.
Nel maggio dell'anno scorso, quando il Bundestag (la Camera) licenziò le nuove disposizioni, molti medici fecero notare che esse avrebbero aggravato la posizione di ginecologi e donne incinte alle prese con situazioni difficili. Ma i promotori del provvedimento miravano a ridurre il numero di aborti oltre la 23esima settimana, quando il feto può avere vita extrauterina -da sempre punto delicato e dolente sul piano etico.
L'anno scorso, 3.200 interruzioni di gravidanza eseguite in Germania hanno avuto un'indicazione medica, e di queste, 240 sono avvenute dopo la 23esima settimana. L'Ufficio federale di statistica offre solo cifre nude e crude, dalle quali non si ricavano informazioni sulle diagnosi che hanno indotto medici e coppie a decidere per l'aborto. Finora questi dati sono serviti solo ad alimentare supposizioni, mezze verità e malumori.

Lo studio apparso sull'ultimo numero di International Journal of Obstetrics and Gynaecology aiuta forse a fare un po' di chiarezza. Per la prima volta, un'équipe danese, francese e britannica ha raccolto in varie parti d'Europa dati su cifre, motivi e gestione degli aborti tardivi. La pediatra ed epidemiologa danese Ester Garne, e i suoi colleghi, hanno elaborato  banchedati di dodici Stati sulle interruzioni "tardive" per malformazione del feto, tra il 2000 e il 2005. Le cause più frequenti d'aborto su parere medico, a prescindere dal momento dell'intervento, sono i difetti cardiaci, seguiti da anencefalia (assenza della volta cranica) e malformazioni simili nella regione cranica. Al terzo posto risulta la spina bifida e, in ordine decrescente, l'assenza di reni e difetti nella parete addominale.
I ricercatori hanno distinto tra aborti motivati da malformazioni strutturali e anomalie cromosomiche. Tra queste ultime, la causa più frequente d'interruzione di gravidanza è la sindrome di Down.
Nel 90% dei casi esaminati, l'intervento è avvenuto prima della 24.esima settimana, mentre le interruzioni che la oltrepassano hanno avuto quasi sempre a che fare con determinati quadri clinici. Il primo a essere citato dalla studio è il cuore univentricolare (un solo ventricolo). Infatti, quasi un quarto delle interruzioni per questa causa è avvenuto nella 24esima settimana o anche dopo. Le interruzioni tardive riguardano spesso anche altri difetti del cuore, come la trasposizione dei grossi vasi, che costituiscono il 16% dei casi. Altre diagnosi alla base di un aborto tardivo sono l'idrocefalia (acqua in testa) e l'artrogriposi multipla congenita (anchilosi delle articolazioni).
Gli autori dello studio pensano che le interruzioni "tardive" avvengano soprattutto per la difficoltà d'individuare le malformazioni tramite immagini a ultrasuoni. L'idrocefalia o certi difetti cardiaci sono più difficili da diagnosticare dell'anencefalia o di un danno alla parete addominale. Oltre tutto, ci sono alcuni difetti che hanno una progressione, e dunque il quadro peggiora con l'avanzare della gravidanza, come nell'artrogriposi multipla.
Per prima cosa, i medici distinguono tra i casi in cui il neonato non avrebbe la possibilità di vivere, o solo per alcune ore, e quelli che fanno prevedere una vita difficile per i genitori. Nei casi di idrocefalia, di spina bifida o di altre malformazioni di organi è difficile dire quanto danneggino la vita del nascituro. Prima di avallare un'interruzione di gravidanza, il medico di solito guarda al tipo di malformazione del feto, ma ci sono casi in cui anche in assenza di gravi anomalie suggerisce l'aborto per le difficoltà psicologiche o psichiatriche della donna. Un'indicazione che i medici danno generalmente anche nei casi di stupro in scenari di guerra.
Lo studio rileva grandi differenze in Europa riguardo alle interruzioni "tardive". Ma si tratta soprattutto di tendenze da interpretare, giacché la ricerca non ha preso in esame tutte le interruzioni di ogni Stato, ma solo i registri di alcune regioni. Perciò le differenze vanno oltre la specificità nazionali e dipendono da contesti diversi, come le gravidanze tardive, che sono più frequenti in città che in campagna.

Lo studio in cifre
Su mille nascite, il maggior numero di diagnosi di malformazioni si registrano in Francia (9,5) e in Svizzera (7,4), e il minore in Olanda (1,4). Analoga la situazione per le interruzioni "tardive": se in Olanda, Danimarca e Norvegia sono 0,1 ogni mille, in Francia si arriva a 2,65. E'  l'unico Stato in cui si superi quota 0,6, e la spiegazione degli autori è che in Francia l'analisi con gli ultrasuoni del secondo trimestre di gravidanza viene fatta nella 22esima settimana, ossia tre settimane dopo rispetto agli altri Stati; poiché tra la diagnosi e l'intervento passano almeno due settimane, ecco spiegato il frequente sforamento della 24esima. C'è da dire che nel Paese transalpino avvengono anche più interruzioni dopo la 26esima settimana.
In Italia le interruzioni per malformazione del feto sono consentite solo prima della 24esima settimana.
 
 
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