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Firenze e Autolinee Toscane. Un servizio che sembra non amare gli utenti
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Articolo di Redazione
3 luglio 2024 13:41
 
Autolinee Toscane, ex Ataf, per quanto sembra che faccia il possibile per essere all'altezza del servizio che si prefigge di svolgere nel trasporto pubblico locale a Firenze, ha continue cadute. Non solo nella discontinuità del servizio (non pochi rimpiangono Ataf), ma anche di stile e politiche, cosiddette "friendly", nei confronti degli utenti del proprio servizio.
Oggi abbiamo ricevuto una lettera di un utente di questo servizio che, pur riconoscendo le proprie "colpe", crediamo abbia messo il dito sulla piaga di quello che, più in generale, potremm chiamare un disservizio e... in espressione popolare "maleducazione".
Pubblicazione che auspichiamo serva di monito a  Regione Toscana e Comune di Firenze. (VDM)

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Gentili Signori,
Vi scrivo per segnalare un episodio che personalmente ho vissuto come un'ingiustizia e che trovo emblematico nel descrivere il rapporto fra la vostra Azienda e i cittadini, utenti dei vostri servizi di trasporto urbano. Un’ingiustizia non necessariamente si consuma al di fuori della legalità, per cui quello che il vostro dipendente ha fatto nei nostri confronti è totalmente legale.
Sintetizzo i fatti: ieri ci recavamo con la linea 17 al centro storico, fermata di Santa Reparata. Io e mia moglie - che normalmente (come si può vedere dall’estratto conto della nostra carta di credito) utilizziamo il pagamento elettronico - ieri, per puro caso, recuperiamo alcuni biglietti dell’autobus che erano rimasti nello zaino di nostro figlio, per usarli. Una premessa importante, dato che il verificatore che è salito alla fermata esattamente precedente a quella in cui saremmo scesi, ferma mia moglie perché uno dei biglietti - ce ne rendiamo conto proprio quando lui li controlla - è della precedente emissione delle linee toscane (quelli denominati "Urbano capoluogo” il cui prezzo era di 1,50 €).
Così ci viene contestato che il titolo di viaggio non è valido. Abbiamo spiegato che si è trattato di un equivoco, dovuto alla nostra inconsapevolezza sul fatto che uno dei due titoli di viaggio risultava non più utilizzabile, benché comprato regolarmente a una rivendita di biglietti di autolinee toscane (ovvero si tratta di un biglietto venduto da voi valido per una corsa nel percorso urbano e che poi mesi dopo unilateralmente è stato dichiarato non più valido, applicando un principio di retroattività a quanto già acquistato la cui giustezza sarebbe da valutare anche in termini legali oltre che di buon senso). 
Di questo comunque il vostro dipendente non ha tenuto conto: ha pensato che noi volessimo "fare i furbi” lucrando sulla incredibile cifra di 0,20 €, e ci ha equiparato esattamente a un qualunque soggetto sprovvisto di biglietto (se avesse continuato più coraggiosamente il controllo ne avrebbe pescati diversi su quello stesso autobus). Da qui il sospetto che il vostro verificatore, piuttosto che rischiare eventuali conflitti con qualche soggetto che il biglietto non lo paga abitualmente, ha preferito multare due signori di mezz’età che non avrebbero detto molto di più se non cercare come abbiamo fatto di spiegare che appunto non c’era dolo e che comunque il biglietto (quel biglietto) lo avevamo, e lo avevamo obliterato consci di essere in regola. 
Anche relativamente ai reati comuni, la legge tiene conto delle intenzioni in caso che il reato stesso sia stato generato da un equivoco o dall'ignoranza del reo. Il comportamento del vostro verificatore non mi è sembrato all’altezza della situazione, a un certo punto quando abbiamo insistito nelle nostre ragioni ha anche mostrato una certa aria di sufficienza che a noi è sembrata non diversa da chi trova facile esercitare il potere del forte contro il debole. D’altronde il vostro dipendente, si dirà, ha fatto il suo lavoro, ha difeso l’azienda da un abuso (anche se definirlo così suona ridicolo, per 0,20 centesimi di euro!). 
Purtroppo, il cittadino non ha la stessa facoltà: noi non possiamo multare Autolinee Toscane per le tante, tantissime corse saltate che ogni giorno si verificano (almeno sulle linee che io frequento, cioè 17 e 55); non possiamo multarla per i ritardi e la mancata corrispondenza delle informazioni sugli orari e i reali passaggi; non possiamo multarla per l’assenza delle condizioni minime di confort (assenza delle pensiline, come quella alla fermata Scalette delle Stazione, dove passano più di 10 linee e si  è costretti a stare sotto la pioggia e sotto il sole); non possiamo multarla per il comportamento di alcuni conducenti che guidano in modo imprudente incuranti di avere persone anziane e bambini a bordo. Noi non abbiamo il vostro verificatore dalla nostra parte,  il vostro verificatore lo abbiamo sempre contro.
Ovviamente questo mio reclamo informale sarà trasformato in un ricorso circostanziato e documentato, ma penso sia importante ricordare alla vostra azienda che l’utente, il cittadino (che spesso non è un turista, sulla cui immagine sembra essere costruita la nostra città) vede in voi oggi un nemico. Ricordo che il codice della strada dice che le contravvenzioni devono essere educative e non punitive. 
Spero che facciate tesoro di questo racconto per migliorare il servizio al  pubblico anche in occasione delle sanzioni e mettiate dipendenti come il verificatore 00181 non più a contatto con il pubblico. I vostri sforzi dovrebbero essere messi equamente nel sanzionare come nel migliorare il servizio, ma non succede.

Metto in copia, oltre che l’ADUC che si è già occupata della iniquità delle multe di Autolinee Toscane, anche il nostro più importante quotidiano sperando che la lettura di questa lettera porti ad approfondire il tema del trasporto pubblico a Firenze, che ha degli aspetti nell’erogazione del servizio dal punto di vista dell’utente che definirei  eufemisticamente lacunosi.

Cordialmente
Luigi Attademo, Firenze

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