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Australia. E ora il farmaco per l'eutanasia si ordina online
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Articolo di Pietro Yates Moretti
15 marzo 2009 0:00
 
Gli australiani stanno acquistando via Web il medicinale eutanasico suggerito dai sostenitori della legalizzazione dell'eutanasia. In questo modo non possono essere scoperti dall'autorita' doganale australiana.
Il gestore del negozio online situato in Messico, ha spiegato al settimanale The Weekend Australian di aver inviato con successo in Australia otto confezioni del barbiturico Nembutal nelle ultime settimane.
Gli acquirenti sono venuti a conoscenza di questo servizio attraverso il libro The Peaceful Pill Handbook del medico e fondatore dell'Associazione Exit International Philip Nitschke (libro disponibile in traduzione).
"Ho spedito in Australia (il medicinale) otto volte senza problemi. La dogana non ha mai bloccato i miei pacchetti", ha spiegato Gerardo Aviles Navarro. "Sono una persona molto seria; e per questo motivo Exit International ha reso pubblico il mio email".
Una boccetta del medicinale costa circa 350 dollari Usa, due boccette 450 dollari, spiega Navarro.
Una donna di Melbourne con cancro al seno ha ordinato due fiale di Nembutal online dal Messico. "Una settimana dopo ho ricevuto il pacchetto, consegnato a mano da un corriere", ha spiegato.
"Avevo dubbi sul fatto che consegnassero il farmaco perche' sembrava troppo facile per essere vero, ma e' arrivato in una scatola di profumo. Non ci potevo credere".
"Ho subito nascosto il farmaco in un altro posto, nel caso in cui la polizia federale fosse venuta a bussare alla mia porta".
Nitschke comunque non crede che questa possibilita' durera' per molto. "Abbiamo sentito parlare di questa persona nel sud del Messico e abbiamo deciso di dire alla gente che esisteva questa possibilita' nel nostro ultimo libro, visto che sembrava offrire un servizio affidabile e un buon prodotto", ha detto il medico. "Ma questa strada non sara' presto piu' percorribile una volta che la faccenda diventera' pubblica".
Le ordinazioni online di Nembutal sono l'ultimo esempio dei rischi che alcuni australiani sono disposti a correre per ottenere il farmaco che gli attivisti per la legalizzazione dell'eutanasia descrivono come il santo Graal per chi vuole smettere di vivere.
Conosciuto anche come "il sogno verde", il Nembutal e' un medicinale utilizzato dai veterinari per sopprimere gli animali. Una volta veniva prescritto anche agli uomini in forma di sonnifero, ma e' stato ritirato dal mercato nel 1998.
Il libro di Nitschke e' stato messo all'indice dalle autorita' australiane dopo una legge voluta dal Governo conservatore di Howard che ha criminalizzato coloro che parlano di suicidio assistito tramite telefono, fax, email o Internet. Il trasgressore e' punibile con multe fino a 110mila dollari australiani. Ad oggi, comunque, nessuno e' stato incriminato per aver scaricato illegalmente il libro di Nitaschke.
Importare illegalmente il Nembutal e' invece punito con 25 anni di carcere e una sanzione di 550mila dollari. Ma in molti sono pronti a sfidare la legge pur di avere un'opzione in piu' nel fine vita. L'ultima versione del libro, che puo' essere scaricato online da siti come Amazon.com, indica anche le migliori localita' messicane dove procurarsi il farmaco, disponibile comunque anche in Peru', Bolivia, Bangkok e Beijing. Diverse centinaia di australiani hanno intrapreso viaggi in queste localita' e presumibilmente hanno a disposizione il farmaco.
Infatti, si sarebbe ormai creato un vero e proprio mercato nero del Nembutal, con corrieri che offrono di procurarsi la sostanza a pagamento.
La polizia comunque non se ne sta con le mani in mano. "Cinque giorni dopo il nostro rientro dal Messico", spiega un 79enne che sta morendo di mesotelioma, "un esercito di poliziotti e' arrivato a casa mia con mandato di perquisizione. Il responsabile mi ha chiesto se avevo del Nembutal in casa, io l'ho guardato negli occhi e gli ho detto di no".
Un'altra donna, quasi ottantenne, ha spiegato che sta organizzando un viaggio in Messico per acquistare il Nembutal. "Quest'anno compio 80 anni ed ho avuto una vita piena e felice. Non sono depressa o paranoica. Ma credo di avere il diritto di scegliere se dovessi avere una malattia terminale".
 
 
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