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Austria. Processo salisburghese d'aiuto al suicidio: condanna lieve per il medico
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Articolo di Claudia Lagler
18 dicembre 2008 0:00
 
Diciotto mesi di carcere con sospensione della pena, per omicidio su richiesta. Lo specialista in malattie polmonari Helmut W. (68 anni), il 13 giugno 2006 ha aiutato a morire una signora settantenne di Obertrum mediante tre iniezioni di dose mortale d'analgesico. Il processo intentato contro di lui si e' concluso il 17 dicembre con la condanna a una pena condizionale di 18 mesi di carcere. Sentenza non ancora esecutiva.
"Colpevole! Ma se l'ho aiutata"
La signora l'aveva piu' volte pregato d'aiutarla nel cammino verso la morte, e W. ha sempre ammesso il proprio coinvolgimento. "So d'averla aiutata e d'esserne responsabile", ha detto il medico al processo. Lo ha fatto per compassione verso un'amica di vecchia data, malata e sola. Per il pubblico ministero, nelle vesti di Elvira Gonschorowski-Zehenter, la vicenda ha ovviamente un aspetto diverso: W. e' accusato d'omicidio. La pensionata, a causa della malattia di cui soffriva non era in grado di manifestare la volonta' di morire, e come medico, W. lo doveva sapere -ha spiegato il pubblico ministero- che ha prodotto la perizia dello psichiatra legale Peter Hofmann. W. ha giocato a fare Dio, l'ha accusato durante la requisitoria, e ha calcato sul fatto che il medico ha avuto soldi in cambio del suo gesto -la pensionata aveva preparato una busta con 27.000 euro e lui l'ha presa.
Il suo difensore ha sostenuto la tesi dell'omicidio su richiesta. "La signora ha pregato il mio cliente d'aiutarla a morire dopo matura riflessione", ha spiegato l'avvocato Utho Hosp, confortato da numerose testimonianze. La donna ha voluto scegliere lei il momento e la modalita' della morte. Il suo cliente l'ha aiutata per convinzione e umanita', e si e' sempre riconosciuto in quello che ha fatto.
Il medico accetta il verdetto
Da quando il caso e' venuto alla ribalta, W. e' comparso piu' volte nei media senza mai negare d'aver prestato aiuto a morire. E se nei giorni prima del processo si e' mostrato spesso arrabbiato e teso, nel giorno della sentenza e' parso molto calmo. "Accetto il verdetto", ha detto W. alla lettura della sentenza.
 
 
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