Fleximan, al secolo Robin Hood che abbatte le postazioni autovelox per contestare, apparentemente, le politiche punitive contro i pericoli della velocità in alcune zone, dopo alcune emulazioni, ha oggi una nuova variante, Dossoman: un tizio che smonta i dossi che dovrebbero servire da dissuasori per la velocità, primi avvistamenti nella zona di Bologna. Città che, dopo la coraggiosa scelta dei diffusi 30 Kmh urbani sembra sia diventata punto di riferimento di “saggi” e “matti”.
Intanto è bene ricordare, a significare la fiducia dei cittadini per le istituzioni, che nelle nostre strade vige l'abitudine di segnalare con il lampeggio la presenza di pattuglie sulla strada.
Succede che ora i nodi vengano al pettine ed è in atto una sorta di corto circuito. Aspettiamo non solo il prossimo “matto” che si erga a paladino dei vessati, ma anche chi, ufficialmente “saggio” (leggi: amministrazioni locali) si inventerà qualcosa in più per fare cassa sugli aspetti delicati e problematici della nostra sicurezza stradale.
E mentre per i “matti” possiamo solo sperare che non siano tanti e si estinguano il più presto possibile, per i “saggi” (amministrazioni locali) sappiamo dove andare a parare, cioè dove nascono queste politiche: l’uso del codice della strada per fare cassa… per carità, col nobile e indiscutibile intento della sicurezza stradale, ma con metodo molto discutibile.
Una collezione di furbizie istituzionali che vanno dalla pessima segnalazione delle postazioni all’ubicazione delle stesse in luoghi scelti solo per multare e non per la sicurezza (l’inizio di una superstrada, per esempio, che solo poche centinaia di metri dopo ha limiti ben oltre i 50 urbani - Firenze fa scuola in materia), fino alla notifica più tardiva possibile delle contravvenzioni (le cosiddette multe seriali) sì che il malcapitato si accorga di aver violato il codice solo dopo che ha accumulato una caterva di infrazioni.
Aduc ha grossomodo trovato il metodo per contestare con successo queste multe, ma non si può continuare a farci male in eterno.
In questo macello civico ed economico, al momento abbiamo solo capito una cosa; finchè al ministero continueranno a strizzare l’occhiolino a chi viola i limiti di velocità, andremo avanti con politiche e trovate sempre più creative.
A nostro avviso esiste un solo metodo per ridimensionare il multificio in atto: modificare il codice della strada, lì dove indica i tempi entro cui le contravvenzioni devono essere notificate, 90 gg dal momento dell’infrazione. Termine temporale che è lì da molto prima che i meccanismi burocratici di registrazione e notifica fossero tutti digitalizzati e che oggi, senza creare nessun problema, potrebbe diventare di 7 gg.
CHI PAGA ADUC l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile DONA ORA