Dal 1 Luglio c’è solo mercato libero per la luce, tranne coloro che non hanno scelto nei termini ma che entro tre anni dovranno decidere e, nel frattempo, saranno nel cosiddetto mercato di maggior tutela gestito dall’Autorità per l’energia, Arera. Così come, senza la scadenza dei tre anni, per i soggetti cosiddetti deboli (anziani, portatori di handicap e meno abbienti).
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), Gilberto Pichetto, ha giustamente rilevato che siamo ad un passaggio storico dopo 17 anni di tentennamenti e rinvii e - aggiungiamo noi - dopo aver messo una pietra sopra sulle strumentalizzazioni di alcuni partiti e associazioni che hanno sempre remato contro il mercato libero al solo scopo di trarne consensi.
Ma c’è un problema, individuato anche dal nostro ministro: chi controlla chi e, soprattutto, come. Ovviamente il ministro promette il massimo impegno… ma ci si consenta di essere prevenuti sul tipo e la quantità di impegno: le norme che oggi consentono che nel settore ci sia spazio per banditi di vario genere non sono state rese più stringenti a difesa dei consumatori e, quando - pur blande - sono applicate, i risultati sono modesti… fino ad un vero e proprio incentivo a continuare nell’illecito.
Le multe, quando vengono comminate, sono troppo blande e quasi sempre, quando vengono pagate, sono una sorta di pizzo che le aziende pagano volentieri per continuare ad infierire contro gli utenti. I bassi importi delle sanzioni, e la tipologia delle stesse, sono un invito a continuare negli illeciti.
Se invece di qualche milioncino, quando l’Autorità si spinge in alto, i milioncini fossero diverse centinaia, financo a chiudere le aziende per la reiterazione degli illeciti, probabilmente la situazione sarebbe diversa.
Si tratta, sempre riferendoci al ministro dell’Ambiente, di passare dalle parole ai fatti. C’è volontà politica in merito?
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