Negli ultimi anni, impazza in Italia la moda dei “bonus”. Sembra quasi non esista un qualche bene o servizio cui almeno una parte dei cittadini non possa ambire ad accedere beneficiando di soldi pubblici. Una moda che presenta molti aspetti negativi, a partire da distorsioni di varia natura nei mercati oggetto dei bonus e dalla mancanza di visione ad ampio spettro nel welfare, ma questa volta vogliamo porre l’attenzione sulla pubblicità ingannevole che ne può emergere.
Il bonus di cui parliamo riguarda un servizio di cui tutti ambiremmo a fare meno ma con cui prima o poi tutti abbiamo a che fare. Stiamo parlando del “Bonus funerale” inventato da una ditta di onoranze funebri di Casoria (Napoli).
Fin qui niente di male, ed anzi si potrebbe anche apprezzare la bravura commerciale nell’attirare l’attenzione, così come conferma il cornetto rosso anti-jella (per chi ci crede).
Ma qualcosa non torna.
L'impresa si pubblicizza infatti affermando che per le proprie spettanze esiste un bonus di 650 euro, detratto dal costo direttamente in fattura, che spetta per Isee fino 30.000 euro. Il bonus è valido in tutti i Comuni.
Ci sono tutti gli elementi dei veri bonus pubblici, insomma: l’importo detratto in fattura come effettivamente accade ad esempio per il bonus ristrutturazione edilizia, la presenza dell’importo Isee con tanto di tetto massimo, scelto appositamente elevato per attirare tutti, e l’applicabilità in tutti i comuni e non soltanto in quello in cui l’impresa normalmente lavora.
Una serie di elementi idonei a lasciar erroneamente presupporre l’esistenza di un “bonus funerale” erogato dallo Stato, insomma, e che non si tratti invece - come effettivamente è - di uno sconto in fattura applicato dall’impresa.
Per questo motivo abbiamo presentato una segnalazione all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato. Sarebbe infatti molto pericoloso se nelle comunicazioni commerciali si affermasse un simile modus operandi, in quest’epoca appunto di veri bonus applicati a tutto spiano.
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