Il ministro Adolfo Urso (imprese e made in Italy) è stato esplicito: le tasse (50-60%) sui prezzi finali le mettiamo per aiutare i più poveri. I consumatori pagano prezzi che sfondano i 2 euro al litro e quindi gli stessi, impoverendosi tutti, pagano per regalare un po’ di soldi ai più poveri che, esaurita la regalia, sono punto e da capo.
Il ministro Francesco Lollobrigida (agricoltura e sovranità alimentare) ce lo spiega meglio (1):
“... che quando uno taglia il costo della benzina, non favorisce il piu' debole, ma favorisce chi fa più benzina… che di solito sono quelli che hanno macchine piu' potenti”. E poi è colpa degli imprenditori che non sanno gestire il proprio parco mezzi, visto che fanno benzina al servito in autostrada, al Brennero (ndr - dove immaginiamo che il carburante costi di più). Le tasse alte - dice sempre Lollobrigida - consentono di “intervenire con provvedimenti come 'La carta dedicata a te' per aiutare le famiglie sulla spesa”.
Il governo fa quindi “muro” sui prezzi della benzina e sembra proprio non capire i problemi che lui stesso crea, con soluzioni che aggravano ed estendono la già grave situazione. L’accise sulla benzina è stata aumentata per finanziare le regalie ai poveri, che nello stesso tempo pagano carissima la benzina e, finita la regalia, continuano a pagare carissima la benzina e i soldi della regalia per mangiare sono finiti.
Domani, quindi, sarà peggio di oggi. L’unico intervento che il governo dovrebbe fare sarebbe la drastica riduzione delle imposte (sulla benzina in questo caso, ma non solo), ma sarebbe una politica che non darebbe risultati immediati come accade con le regalie che, invece, moneta contante, son lì nelle mani dei poveri che, di conseguenza, il governo crede che rappresentino un ottimo bacino di consenso. Insomma la politica solo in funzione di propaganda per mantenere se stesso in vita, costi quel costi, anche il senso del ridicolo che abbiamo visto nelle spiegazioni di Urso e Lollobrigida.
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