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Chi è più” musulmano”? Gli ideali del Corano vengono vissuti meglio nei Paesi non ufficialmente musulmani… e calpestati nei Paesi ufficialmente musulmani
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Articolo di Redazione
30 maggio 2019 11:21
 
Lo sapevate che la Germania, in fatto di “essere musulmani”* è molto più avanti della Turchia? Il discorso non riguarda la diffusione dell’Islam in Germania. Io parlo di una vita condotta secondo gli insegnamenti islamici. Nell’Islam si dice: non rubare, rispetta le persone, comportati bene coi tuoi vicini, dividi il pane coi poveri. Ebbene, chi si attiene maggiormente a questi precetti: la Germania o la Turchia? A questa domanda ha dato la risposta uno studio pubblicato di recente: la Germania.
Dal 2010 Scheherazade S. Rehman e Hossein Askari della Università „George Washington“, che si trova nella capitale degli Stati Uniti, pubblicano il loro studio: “Quanto sono musulmani i Paesi musulmani?”.
Lo studio misura quanto siano tradotti in pratica i versetti del Corano e le tradizioni risalenti al Profeta [Maometto]. Vi si analizzano le sfere dell’economia, del sistema giuridico, dei diritti politici e umani nonché le relazioni internazionali. La valutazione contenuta in questo “Indice” non riguarda soltanto i Paesi islamici, ma tutti gli Stati.

Il risultato pubblicato la settimana scorsa sul britannico “The Independent” è traumatizzante: nell’elenco degli Stati, in cui ci si attiene più fortemente al modo di vivere prescritto dall’Islam, nel 2018, tra i primi 40, non se ne trova un solo che sia musulmano. Gli insegnamenti del Corano vengono, dunque, messi in pratica molto meglio nei Paesi non musulmani. Per quanto qui (ndr: Germania) dilaghi l’islamofobia, tuttavia vi è affermata una forma di governo come quella richiesta dal Corano. Al contrario, gli Stati islamici non si attengono alle disposizioni del Corano e del Profeta in fatto di criteri economici, legislativi, umani e diplomatici.
Ebbene quali Paesi vivono in modo particolarmente “islamico”? Al primo posto si trova la Nuova Zelanda, il Paese in cui due mesi fa avvenne l’attentato alle due moschee. Seguono Svezia, Paesi Bassi, Islanda, Svizzera, Irlanda, Danimarca, Austria e Norvegia. All’undicesimo posto c’è il Lussemburgo; la Germania occupa il 12mo posto.

In questo elenco, il primo Paese musulmano sono gli Emirati Arabi Uniti che si piazzano al 45mo posto. Seguono Albania, Malaysia e Qatar. E la Turchia? Sta al 95mo posto. Ancora più indietro di Senegal, Giordania, Arabia Saudita, Marocco e Tunisia. Per quanto riguarda i 40 Paesi che fanno da fanalini di coda, si tratta per lo più di monarchie e Paesi con popolazione musulmana governati da dittature: Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Iran, Afghanistan, Libia, Siria, Sudan, Yemen.

Perché le cose stanno così? Secondo i ricercatori il motivo principale risiede nel fatto che in questi Stati l’Islam è utilizzato come elemento di potere politico e di appoggio per regimi repressivi. Questi Paesi vengono governati da dittatori non eletti, i problemi vengono risolti con la repressione e la violenza invece che col dialogo e il consenso, le persone lì non sono uguali davanti alla legge e i dominatori vivono nel lusso, mentre la maggioranza della popolazione vive di stenti. Se si liberano dai dittatori e diventano più democratici, conquistano posizioni migliori nell’”Indice”.

La stampa turca ha informato di questo studio con un titolo a caratteri cubitali: “Elenco umiliante per i Paesi islamici”. I commentatori hanno chiesto un’autocritica nei Paesi islamici. Altri hanno chiamato in causa il presidente Erdogan, il quale, nonostante la tradizione del “Fai il bene, ma non parlarne”, corre per il Paese e regala simbolicamente case e strumentalizza il Corano per le campagne politiche, ma contemporaneamente si fa costruire nuovi palazzi, mentre il Paese si impoverisce.
Cento anni fa il dotto egiziano di origine turca, Mohammed Abduh, diceva “Sono stato in Occidente e ho visto l’Islam, ma nessun musulmano; sono tornato in Oriente e ho visto i musulmani, ma niente Islam”.

Se l’Islam torna a essere ricongiunto con la giustizia, i diritti umani e il suo ideale dell’equa condivisione, i Paesi islamici possono sollevarsi al di sopra dell’asticella della civiltà e impedire la crescente inimicizia verso l’Islam che si registra in Occidente.

[* nota del traduttore: in questo articolo si alternano i termini “islamico” e “musulmano” che sono sinonimi].

(articolo di Can Dündar su “Die Zeit” n.22/2019 del 22 maggio 2019)
 
 
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