Con questo decimo articolo della serie “Capire L’Intelligenza Artificiale per Investirci” (CLIAPI) desidero proporre un aggiornamento del terzo articolo di questa serie, scritto a febbraio, dal titolo
“Cosa c’entra Palantir con l’intelligenza artificiale?”.
Prima di tutto è necessario contestualizzare un po’ cosa è accaduto di significativo nel mondo dell’intelligenza artificiale in questi ultimi 10 mesi. Il settore dell’Intelligenza Artificiale evolve ad una velocità mai vista prima anche nel mondo dell’informatica che, già di per sé, è un mondo in rapidissima evoluzione.
Quando, a febbraio, scrissi l’articolo su Palantir presentandola come “un’azienda chiave per chi desidera investire nell’intelligenza artificiale”, la quasi totalità degli analisti finanziari non considerava Palantir un’azienda da collegare al mondo dell’intelligenza artificiale e non pochi non la consideravano neppure un’azienda di software, ma una società di consulenza, più simile a PCW che a Microsoft.
Nel mondo della selezione dei singoli titoli azionari, le opportunità vengono quando il business di un’azienda è difficile da comprendere perché troppo innovativo rispetto a tutto ciò che si è visto fino ad oggi. La maggioranza degli analisti finanziari ragiona per analogia. Il ragionamento analogico è molto utile perché permette di far risparmiare tanto tempo ed energie. Nella maggioranza dei casi funziona, ma di tanto in tanto fa prendere delle cantonate pazzesche. Questo è esattamente il caso di Palantir. Per capire cosa fa Palantir servono svariate decine di ore di studio. Da un certo punto di vista è più difficile ancora da capire rispetto a Tesla, perché nel caso di Tesla, almeno una parte del business si può toccare con mano. Nel caso di Palantir, se non si ha una conoscenza del mondo dello sviluppo software è molto difficile che si riesca a comprendere il vantaggio competitivo che ha l’azienda e che ho approfondito nel precedente articolo al quale rimando.
Man mano che il mondo dell’intelligenza artificiale è diventato sempre più interessante per i mercati (generando di fatto l’inizio di una bolla che è destinata a scoppiare, semplicemente non sappiamo se fra qualche mese o qualche trimestre) gli investitori hanno iniziato a capire che Palantir potrà svolgere un ruolo fondamentale, esattamente come scrivevo a febbraio. Il grafico dell’andamento del titolo non ha bisogno di commenti.
Non è una questione di modelli
In questo 2023 gran parte dell’attenzione dei media e - di conseguenza - dei mercati finanziari è stata posta nei modelli di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT di OpenAI, che proprio la settimana passata è stato aggiornato alla versione “4 Turbo”. Sempre negli scorsi giorni è entrato nel campo dei LLM (Large Language Model) anche la nuova società di Elon Musk, Xai, che ha presentato il suo modello chiamato Grok, simile a ChatGPT, ma con alcune differenze molto interessanti che nei prossimi mesi potrebbero farlo diventare uno dei player più interessanti. Per citare solo le grandissime società della tecnologia, Google ha il suo LLM di nome Bard, Meta ha il suo modello, chiamato LlaMa (che fra l’altro è open source). Vi sono poi un’altra decina di modelli diversi sia per la generazione di testi che di altre cose come immagini, musica e video.
Il punto è che tutti questi modelli sono poco più che un divertimento se non sono inseriti all’interno di un contesto informatico che organizza i propri dati affinché i modelli di intelligenza artificiale possano estrarre nuove informazioni in modo affidabile. Il problema, quindi, non sono i modelli. Quelli disponibili sono già abbastanza potenti e - senza dubbio - nei prossimi mesi/anni avremo tantissimi modelli molto più potenti di quelli di oggi. Il punto è avere i propri dati organizzati in modo tale che questi modelli possano fornire informazioni affidabili significative sulla base di dati proprietari. Questo è, sostanzialmente, quello che fa Palantir. Non ha sviluppato un modello, ha sviluppato una piattaforma all’interno della quale può lavorare qualsiasi modello. Non è importante se la gara dei LLM la vincerà OpenAI, Google o chi altri. Molto probabilmente non ci sarà un unico vincitore. Quello che è importante è che questi modelli richiedono un nuovo modo di concepire la gestione dei dati in azienda. Palantir è di gran lunga la soluzione migliore per rispondere a questa esigenza che è emersa in modo gigantesco proprio grazie alle potenzialità di questi strumenti. Tali potenzialità, però, possono essere espresse pienamente solo all’interno di una piattaforma come quella che Palantir ha sviluppato in moltissimi anni e che molto difficilmente può essere replicata anche da colossi come Google o Microsoft.
AIP
Quando ho scritto il primo articolo su Palantir a febbraio, l’azienda non aveva ancora annunciato AIP (Artificial Intelligence Platform), la sua piattaforma per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale con i dati della propria organizzazione. Era però chiaro, a chi conosceva con un buon livello di dettaglio cosa faceva Palantir, che Palantir era posizionata perfettamente per realizzare una piattaforma del genere. L’introduzione di AIP ha cambiato la narrazione del mercato rispetto a Palantir e l’intelligenza artificiale.
Molti non hanno ancora completamente compreso che la potenza di questi modelli porta con sé, insieme a grandi opportunità, anche una serie di problemi che si possono considerare nuovi, almeno per la scala e la dimensione che la potenza di questi modelli ha prodotto. Facciamo un esempio: affinché questi modelli possano lavorare efficacemente sui dati aziendali, questi devono essere organizzati in un’unica piattaforma la quale deve fornire un livello ontologico (ovvero i dati devono avere un significato, non essere solo un’accozzaglia di testo e numeri, si faccia riferimento al precedente articolo per comprendere questo concetto) e li mantiene aggiornati in tempo reale. Avere i dati aziendali organizzati in questo modo, a prescindere dai modelli di intelligenza artificiale, è già un valore inestimabile per ogni organizzazione.
Si comprende facilmente, però, come i problemi di sicurezza di questi dati e di privacy diventano almeno di un ordine di grandezza più importanti una volta che esiste una base dati del genere. La piattaforma che utilizza questi modelli con questi dati, quindi, non può in nessun modo prescindere da una gestione della sicurezza e della privacy ai massimi livelli. Solo Palantir ha l’esperienza, sperimentata in situazioni dalla massima criticità (come il campo di battaglia in Ucraina), per garantire questi livelli di sicurezza e privacy dei dati.
Questo è solo un esempio facilmente comprensibile di quanto un vecchio problema (la sicurezza e la privacy) assuma una dimensione completamente diversa una volta che si usa l’intelligenza artificiale con i dati aziendali. Un altro problema che una piattaforma di intelligenza artificiale deve affrontare è quello dell’affidabilità dei dati generati dai modelli. Sappiamo che tutti i modelli generativi producono dati su base probabilistica e fanno errori con una certa frequenza. Se si tratta di giocare con ChatGPT o di fare qualcosa che non sia critico, l’errore può essere anche accettabile, ma se si tratta di gestire campi come la sanità, i trasporti, la forza militare, certi errori non sono minimamente tollerabili. La piattaforma di Palantir affronta questo problema da vari punti di vista e - ancora una volta - è di gran lunga la soluzione più affidabile presente oggi sul mercato.
Per capire in breve cosa fa AIP si può immaginare ad una enorme base di informazioni relativa alla propria organizzazione costantemente aggiornata ed organizzata in modo logico affinché quei dati abbiano un preciso significato derivante dagli specifici processi lavorativi di quella organizzazione. Una volta che si è realizzata una fonte dati del genere, si possono realizzare dei modelli di intelligenza artificiale che identificano delle correlazioni fra i dati che sfuggono ad una mente umana per l’enorme mole di dati da considerare. Questi modelli sono in grado di trovare soluzioni a problemi in modo del tutto nuovo rispetto ai classici algoritmi conosciuti fino ad oggi. Infine, si può interrogare questa enorme mole di dati e di modelli semplicemente con il linguaggio naturale. Facciamo un esempio. Immaginiamo un’azienda che abbia centri di produzione sparsi per un intero continente che deve affrontare un uragano che potrebbe creare danni ad uno di questi centri. Si può chiedere ad un modello del genere di calcolare in pochi minuti come meglio ridistribuire la produzione ed i trasporti affinché questo problema minimizzi i costi dell’organizzazione. Le potenzialità di un sistema del genere sono infinite, limitate solo dalla creatività umana. Sono convinto che nel giro di cinque anni, la grande maggioranza delle più grandi aziende USA (per capirci quelle classificate nell’elenco “Fortune 500”) avrà adottato il sistema di analisi dei dati di Palantir. Il vantaggio competitivo che ottiene un’organizzazione di quelle dimensioni è troppo rilevante. Chi non si aggiornerà sarà gradualmente spazzata via dai competitor che utilizzano questo modello.
Con questi prezzi Palantir è ancora da comprare?
Chiarito perché ritengo che Palantir, come azienda, avrà un successo strepitoso nei prossimi anni, c’è da chiarire che l’azienda e l’azione sono due cose correlate, ma profondamente diverse così come le qualità di un’immobile ed il prezzo di acquisto. Come ripeto spesso, investire in singoli titoli è inappropriato per la quasi totalità degli investitori non professionisti. Avere soddisfazione dall’investimento in singole azioni richiede una serie di prerequisiti e caratteristiche personali che mediamente non si trovano negli investitori individuali. È ovvio che acquistare Palantir a febbraio, quando ho scritto il primo articolo, pur essendo comunque un investimento molto rischioso, aveva un margine di sicurezza molto più alto rispetto ad oggi il cui prezzo è più che raddoppiato. Non consiglierei a nessuno di comprare oggi l’azione senza un preciso piano volto a crearsi, gradualmente in due o tre anni, una posizione delle dimensioni compatibili con il proprio profilo di rischio, per poi mantenere l’investimento almeno per altri cinque-dieci anni. Con un piano del genere sono convinto che l’investimento possa dare enormi soddisfazioni. Palantir, infatti, sia come azienda che come azione, ha ancora grandi spazi di crescita. Ma se per l’azienda questa crescita sarà molto più lineare, per l’azione questa crescita vedrà una enorme volatilità. Ogni azione che vede tassi di crescita a tre cifre in un anno è destinata ad attraversare periodi con crolli in grado di far disperare l’investitore non preparato e spesso fargli gettare la spugna. Non mi stupirei se fra qualche trimestre Palantir crollasse anche più del 50%. Se qualche investitore decide di entrare su Palantir a questi prezzi deve avere una strategia per affrontare periodi del genere. Nello spazio di 10 anni potrà essere uno dei suoi migliori investimenti, ma durante il viaggio deve essere preparato ad affrontare i periodi di tempesta.
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