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Commissione Ru486: confermato uso improprio delle istituzioni. Le donne italiane figlie di un dio minore
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Articolo di Donatella Poretti
26 novembre 2009 10:38
 
La maggioranza ha oggi confermato l'uso improprio delle istituzioni piegando le stesse alle priorita' politiche e ai richiami delle gerarchie cattoliche. Una commissione che per 30 sedute dalla ripresa dei lavori estivi ben 20 le ha dedicate all'indagine conoscitiva sulla Ru486 ha concluso negando l'evidenza: la sicurezza di un farmaco usato da milioni di donne in oltre 20 anni.
A differenza delle leggi come quella che disciplina il mutuo riconoscimento di un farmaco in Europa, il documento approvato dalla commissione non e' vincolante, ma e' un mero atto di indirizzo politico che suggerisce al Governo passi come quello dell'arbitrato che gia' poteva fare, ma che fino ad oggi non ha fatto perche' manca il supporto scientifico.
Purtroppo anche il Partito Democratico ha voluto presentare un documento che aveva un punto in comune con quello della maggioranza e che mi ha impedito di sottoscriverlo perche' si chiedeva al Governo di emanare delle linee guida che prevedessero il ricovero ordinario per la durata dell'intervento abortivo.
Un atto medico sanitario non puo' che essere organizzato e gestito dai medici a seconda delle condizioni cliniche e sanitarie della donna, mentre l'organizzazione spetta piu' in generale alla Conferenza Stato Regioni.
Oggi, ancora piu' di ieri come Radicali vigileremo perche' l'Italia rispetti la normativa europea in materia di farmaci affinche' non si incorra in una infrazione europea.
Il voto di oggi, avvenuto dopo la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e' la manifestazione di uno Stato che decide sul corpo delle donne considerandole irresponsabili e incapaci di scegliere.
Le donne italiane sono evidentemente figlie di un dio minore.

* senatrice Radicali-Pd, segretaria commissione Igiene e Sanita
 
 
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