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La crisi economica consolida la democrazia in America Latina
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Articolo di Rosa a Marca
12 dicembre 2009 14:01
 
Effetti inattesi della crisi internazionale. In America Latina essa non ha causato turbolenze politiche o arretramenti come si temeva: il continente americano ha patito meno del resto del mondo e, cosa ancora più stupefacente, i cittadini hanno acquisito più fiducia nella democrazia e nell'economia di mercato. Lo segnala lo studio Latinobarometro 2009, presentato l'11 dicembre. La fotografia di questa maxi indagine, condotta in 18 Paesi, mostra un'America Latina preoccupata per l'economia e la delinquenza, ma anche più tollerante, più  felice e più fiduciosa nel futuro. Gli stessi analisti non hanno potuto evitare il termine "paradosso" illustrando i risultati del loro studio. Il consenso per la democrazia, dicono, è cresciuto in un anno di regresso economico, in cui il Pil è diminuito intorno all'1,6%. Ma il sostegno alla democrazia continua a salire e arriva al 59%, due punti in più del 2008. Una sorpresa, considerato che, durante la crisi asiatica del 2001, il consenso alla democrazia era sceso al 48%. La spiegazione potrebbe essere che la crisi è avvenuta in una regione meglio attrezzata, grazie alle riforme del decennio precedente (flessibilità degli interessi di cambio, gestione fiscale prudente, riduzione del debito). E lo choc ha avuto un impatto minore perché alle spalle c'era un "quinquennio virtuoso" (2003-2008), con l'economia cresciuta in media del 4,8%. Inoltre, l'adozione di politiche responsabili e la continuità hanno migliorato l'immagine dei governanti. Gli unici Stati dove l'economia di mercato non gode della maggioranza dei consensi sono Ecuador e Argentina. 
 
 
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