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Etichette alcool/vino. Come l’Italia ha deciso di isolarsi sbagliando
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20 gennaio 2023 9:51
 
 Non passa giorno che politici o corporazione di settore non tuonino contro la possibile introduzione di etichette che, apposte sui prodotti a base di alcool, avvisino dei pericoli di consumo eccessivo. “Casus belli” l’autorizzazione Ue all’Irlanda (1) che, opzionale e non obbligatoria, ha trovato nel Belpaese il partito unico della bordolese compatto, da governo ad opposizione, contro presunti complotti della cattiva Europa al “made in Italy”. 

Oggi anche il Canada, con un rapporto del ministero federale della Sanità a cura del “Centro sull'uso di sostanze e la dipendenza”, ha rivisto i propri consigli sul consumo moderato indicando due drink (2) alla settimana come soglia oltre la quale si rischia cancro al seno e al colon.

Alcuni giorni fa l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Who/Oms) ha diffuso un comunicato stampa in cui fa sapere che, nel consumo di alcol, non esiste una quantità sicura, e che i consumatori dovrebbero essere informati sui rischi. 
Lo scorso settembre, sempre l’Oms a Tel Aviv ha adottato un documento in cui propone di ridurre del 10% il consumo procapite entro il 2025 aumentando le specifiche tasse, vietando la pubblicità e con obbligo di avvertenze in etichetta.

Appare evidente che non siamo in presenza di un attacco al sovranismo enologico dell’Italia, ma ad iniziative per porre un freno alla “distrazione” prestata fino ad oggi al fenomeno. Che pur se molto considerato ovunque, continua a mietere vittime: 3 milioni di morti all’anno, una persona ogni 10 secondi, il 5,3% di tutte le morti, in particolare il 13,5% di tutti i decessi nella fascia d'età 20-39 anni; in Italia ogni giorno muoiono 48 persone, oltre 17.000 ogni anno.

Le “distrazioni” delle autorità sono legate al fatto che questo consumo fa parte di molte culture ed economie, e si preferisce sottovalutare il fenomeno al fine di non disturbarle.

Siamo però arrivati ad un livello che continuare a distrarsi” è diventata complicità. Con l’aggravante che, soprattutto nell’attuale governo italiano, la “distrazione” viene fatta a meri fini di consenso.

L’informazione gioca come sempre un ruolo determinante. Etichette significa informazione, consapevolezza, scelte ragionate. Spacciare le etichette come attacco al nostro modo di vita, è malsano e suicida anche per l’economia.


NOTE
1 - Il tutto in un’inebriante ipocrisia che vede in prima fila tenaci assertori del divieto di cannabis che fanno finta di non sapere che, mentre i morti per alcool sono quotidianità allarmante e di pericolosità anche sociale, quelli per cannabis non esistono: 
2 - un drink sono 341 millilitri di birra al 5% - meno di una birra media - oppure un calice di vino da 142 ml.

 
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