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Eutanasia. Gli oppositori della legalizzazione in Gb sono una minoranza
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Articolo di Lord Joffe
20 dicembre 2009 10:08
 
A seguito della sentenza dei giudici supremi britannici sul caso di Debby Purdy, il Direttore dei procuratori britannici Keir Starmer ha emanato una bozza di linee guida sul suicidio assistito al fine di chiarire quando vi debba essere o meno l'incriminazione di chi aiuta un proprio caro, malato terminale, a togliersi la vita. Le linee guida sono oggi al centro di una pubblica consultazione, al termine della quale saranno eventualmente riviste ed emanate definitivamente. Proponiamo questo articolo di Lord Joffe, già primo firmatario di alcune proposte di legge per legalizzare il suicidio medicalmente assistito, pubblicato sul quotidiano Times.

Non è certo una sorpresa che il rapporto provvisorio del Direttore dei procuratori britannici sui procedimenti penali riguardanti i casi di suicidio assistito abbiano sollevato le solite proteste. Sui quotidiani si sono letti titoli come "Le proposte sul suicidio assistito sono 'inaccettabili in una società civile' - i vescovi della chiesta cattolico-romana", mentre lo scorso mese, in una lettera al Times, Lord Mackay of Clashfern ed altri hanno detto che una simile politica pone le persone a rischio, citando per questo l'associazione Care Not Killing (Cnk).
Cnk è una organizzazione creata per opporsi al suicidio assistito. Fra i suoi principali membri figurano la Chiesa d'Inghilterra, la Conferenza episcopale cattolica e la gran parte delle organizzazioni religiose, tutte implacabilmente contrarie al suicidio assistito. Questa alleanza chiede che le linee guida siano costruite intorno al codice della pubblica accusa in cui è previsto che debba procedere con l'incriminazione a meno che non vi siano interessi pubblici contrari. Lord Brown of Eaton-under-Heywood, nel giudicare il caso di Debbie Purdy, ha criticato la inutilità del codice quale guida sui casi di suicidio assistito.
La reazione di Cnk non menziona neppure una volta l'opinione pubblica. Come ha spiegato la Baronessa Hale of Richmond nella sua decisione: "I cittadini britannici sostengono senza remore il diritto alla morte assistita per le persone affette da una malattia incurabile dolorosa o insopportabile di cui moriranno comunque". Nel frattempo, una indagine condotta a luglio dal Times ha rivelato che il 74% dell'opinione pubblica è favorevole alla legalizzazione del suicidio assistito per i malati terminali, mentre solo il 23% si è detto contrario.
Nel suo complesso, la reazione di Cnk mira chiaramente a ridurre al minimo il numero di coloro che non saranno perseguiti penalmente per aver prestato a un caro assistenza a morire. Coloro che basano le loro opinioni sulle credenze non hanno alternativa ad opporvisi. Percepiscono il suicidio come un peccato. Per questo, quando il Direttore dei procuratori britannici prenderà in considerazione le reazioni a questa pubblica consultazione, dovrebbe tener presente che molte di queste provengono da una piccola minoranza che basa le proprie opinioni su convinzioni religiose, incoraggiata a farsi sentire dai propri leader religiosi. Al contrario, la maggioranza silenziosa favorevole alla morte assistita è presumibilmente favorevole alle linee guida, ma non è a conoscenza di questa pubblica consultazione oppure non è stata spinta a parteciparvi.
Allo stato, le linee guida seguono fedelmente l'interpretazione della legge dei giudici supremi e offre tutti i criteri necessari, con un linguaggio preciso e semplice, su cui i cittadini e i procuratori potranno basare le proprie decisioni riguardo a questa difficile materia.
 
 
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