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Gb. Suicidio assistito, ecco perche' l'Alta corte ha dato torto a Debbie Purdy
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Articolo di Redazione
22 novembre 2008 0:00
 
Il divieto di assistenza al suicidio non viola il diritto alla vita privata e familiare protetto dall'articolo 8 della Convenzione europea sui diritti umani.
Questa la decisione dell'Alta corte britannica con cui ha rigettato l'istanza di Debbie Purdy, malata di sclerosi multipla che aveva chiesto la non perseguibilita' del marito qualora la avesse accompagnata in Svizzera a togliersi la vita presso la clinica di assistenza al suicidio Dignitas.
In particolare, i legali di Purdy avevano argomentato che il Procuratore generale aveva violato la legge britannica sui diritti umani del 1998 e la Convenzione europea sui diritti dell'uomo nel rifiutarsi di promulgare linee guida sulle circostanze in cui l'aiuto e l'istigazione al suicidio debbano essere penalmente perseguite (reato previsto dal Suicide Act del 1961). In particolar modo, la circostanza su cui si chiedeva l'intervento della Corte riguardava quei casi in cui il suicidio assistito avesse avuto luogo in un Paese dove e' legale.
Il giudice Lord Baker, nel pronunciare la sua decisione, ha ricordato che il ricorrente, 45 anni, e' affetta da sclerosi multipla primaria progressiva. Ha ammonito il marito di Purdy, ricordando che qualora accompagnasse la compagna in Svizzera a togliersi la vita, potrebbe essere incriminato per la violazione della legge sul suicidio. Infatti, secondo l'Alta corte, il Procuratore generale non poteva garantire l'immunita' preventivamente al marito se non dopo aver commesso il fatto.
La Corte non ha pero' escluso del tutto che la legge sul suicidio violi la Convenzione sui diritti dell'uomo, almeno per quanto concerne il diritto alla vita privata, riconoscendo che la Corte Europea ha in passato suggerito una simile violazione nel simile caso di Diane Pretty vs. United Kingdom. Nel 2002, la Corte europea non aveva escluso che impedire ad un cittadino di esercitare la libera scelta su come evitare una morte che ritiene priva di dignita' violasse la Convenzione europea.
Ma nel caso di Purdy, la Corte britannica ha ribadito di essere legata nel proprio verdetto alla decisione del Parlamento sul caso Pretty, in cui ha dismesso l'ipotetico conflitto con la legislazione europea.

Il caso di Debbie Purdy:
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