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Giornata mondiale del Parkinson: il problema principale è il deficit informativo
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Articolo di Rosa a Marca
12 aprile 2010 16:34
 
L'11 aprile si è celebrata la Giornata mondiale del morbo di Parkinson in coincidenza con la data di nascita di sir James Parkinson, il primo ad averne descritto i sintomi. Scopo della ricorrenza è quello di dare attenzione ai malati, ma soprattutto di informare e sensibilizzare.

L'importanza della diagnosi tempestiva
"Il deficit informativo è un grosso problema. Il Parkinson è una malattia tanto più trattabile quanto più la si individua per tempo. Molte persone, anche famose, hanno aspettato troppo. E in troppi la ammettono solo quando si trovano nello stadio in cui non è più possibile tenerla a bada", spiega Walter Pirker della clinica universitaria di neurologia di Vienna. Tra i malati famosi si possono citare Muhammad AliJohnny Cash, Salvador Dalì, Michael J.Fox, Katharine Hepburn o anche Adolf Hitler e Mao Tse-Tung. "E' noto che tra le affezioni neurologiche il Parkinson è una di quelle su cui si può intervenire più facilmente. Se la diagnosi è precoce, il paziente ha una speranza di vita normale e può vivere in condizioni accettabili per molti anni grazie a cure farmacologiche appropriate".
Il Parkinson è una malattia neurologica progressiva che colpisce circa l'un per cento della popolazione oltre i sessant'anni, e riguarda più gli uomini delle donne. La possibilità d'ammalarsi aumenta con l'avanzare dell'età; il rapporto è grosso modo del 78% oltre i 61 anni e del 22% sotto quella soglia. Esistono anche delle forme precoci: nella fascia dei 40-44 anni si verifica un caso ogni diecimila persone.

I sintomi
Il male consiste in una degenerazione del cervello, per cui le cellule della cosiddetta "sostanza nera" si atrofizzano inibendo così la produzione del neurotrasmettitore dopamina. E la carenza di dopamina causa i tipici sintomi del morbo, ossia rallentamento dei movimenti, rigidità muscolare, forte tremore, disturbi dell'equilibrio. Oltre ai problemi motori, in alcuni soggetti si manifestano anche depressione, il venir meno delle funzioni mentali o disturbi del sonno.

Nuove possibilità di cura
Se oggi il Parkinson non è curabile ma sottoposto a una terapia farmacologica permanente, è però di grande importanza la sua diagnosi tempestiva, che si ottiene con mezzi e test preventivi -ciò che richiede un numero adeguato di specialisti, come spiega il neurologo Dieter Volc. Tanto più che è disponibile una nuova modalità terapeutica efficace, basata sul principio attivo rasigilina, capace di ritardarne i sintomi e di tenerli sotto controllo. La sostanza è anche in grado di modificare gli effetti della malattia ed è particolarmente adattabile al paziente, sicché questi è più disponibile a collaborare. La si può impiegare sia in ambito di una monoterapia sia in associazione con altri farmaci.
 
 
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