Nessuna novità con le stime Istat sull'inflazione: aumento mensile dello 0,1% e 6% su base annua, con una decelerazione rispetto al mese precedente quando era al 6,4%. Il calo maggiore è quello dei trasporti che sembrano finalmente aver fatto tesoro dell’onda lunga del calo dei prodotti energetici dei mesi scorsi.
Non si registrano ancora effetti dell’aumento dei tassi operato nelle scorse settimane dalla Banca Centrale Europea (Bce): calo che dovrebbe riguardare i consumi in generale, favorendo il risparmio (2). Aumento dei tassi molto contestato da governo e categorie varie, interessati più a mostrasi paladini della difesa di alcune nicchie di consumatori ( i mutuatari immobiliari a tasso variabile, per esempio) più che tutti i consumatori. Contestazione che al momento sta bloccando il calo dei consumi e il conseguente calo dei prezzi, complice anche gli oggettivi aumenti stagionali legati alle vacanze.
Insomma una situazione stabile in cui ciò che emerge è che ognuno cura solo i propri interessi, incluso il governo che sembra curare solo potere e propaganda. Alla faccia dello Stato nazione, della sovrana italianità, che il governo non ci risparmia dal ricordarcela come collante e motore del benessere diffuso.
Lo “Stato nazione” non funziona, nella realtà e come prospettiva. Anzi. I consumatori italiani del 2023 sono quelli dell’Unione Europea, individui economici che non possono che armonizzarsi con le logiche dei mercati liberi, a partire da quello europeo, pena immobilismo e stagnazione della ricchezza individuale e collettiva… che è quanto rilevato oggi dalle stime Istat.
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