La comparsa di ChatGPT un anno fa è stata motivo di meraviglia e ansia. Ora, il rapido progresso dell’intelligenza artificiale (AI) solleva domande cruciali sul suo impatto sulla società.
Ilya Sutskever, co-fondatore di OpenAI e ChatGPT, condivide i suoi pensieri sul Santo Graal per eccellenza: l'intelligenza generale artificiale (AGI).
Il concetto di AGI descrive la fase in cui l’intelligenza umana diventa obsoleta, lasciando l’intelligenza artificiale capace di agire e apprendere in modo autonomo. Sutskever paragona la nostra futura relazione con l’intelligenza artificiale a quella che abbiamo con gli animali. Evoca una relazione in cui l'AGI agirebbe secondo i propri obiettivi. Spiega: “Penso che una buona analogia potrebbe essere il modo in cui gli esseri umani trattano gli animali. Non è che odiamo gli animali. Penso che gli esseri umani amino gli animali e abbiano molto affetto per loro. Ma quando si tratta di costruire un'autostrada tra due città, non chiediamo il permesso agli animali. Lo facciamo semplicemente perché è importante per noi. Penso che, per impostazione predefinita, questo sarà il tipo di rapporto che si instaurerà tra noi e l’intelligenza artificiale generale (AGI)”, sottolinea.
Scollegare l'AGI
La questione dell’allineamento degli obiettivi dell’AGI e dell’umanità si porrà quindi con forza.
Il francese Yann Le Cun, vincitore del Premio Turing (una sorta di premio Nobel per l'informatica), minimizza i timori per un'intelligenza artificiale malvagia e chiede trasparenza nello sviluppo dell'intelligenza artificiale tramite open source, sottolineando che una regolamentazione prematura potrebbe ostacolare l'innovazione. Altri ricercatori sull’intelligenza artificiale, come Michael Osborne di Oxford, avvertono del rischio che l’AGI si rivolti contro l’umanità.
Anche Bill Gates sembra essere d’accordo: “Potrebbe una macchina decidere che gli esseri umani rappresentano una minaccia, concludere che i suoi interessi sono diversi dai nostri o semplicemente smettere di preoccuparsi per noi? È possibile". Tuttavia, “questo problema non è più urgente oggi di quanto lo fosse prima degli sviluppi dell’intelligenza artificiale negli ultimi mesi”.
Possiamo sempre rassicurarci ricordando che, a differenza degli esseri umani, l’intelligenza artificiale avrà sempre bisogno di energia esterna per funzionare…
(Journal Inernational de Médecine del 11/11/2023)
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