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Migranti: non ci invadono e li trattiamo male. Sono invece ricchezza e futuro
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Articolo di François-Marie Arouet
11 febbraio 2022 13:21
 
La fotografia che la Fondazione Ismi fa della presenza di immigrati sul nostro territorio nel 2020 è lo specchio delle nostre politiche di accoglienza ed integrazione.
Nessuna invasione (-2,8% rispetto al 2019), mortalità in aumento e posizioni lavorative in calo. In un contesto mondiale dove le migrazioni, nonostante il covid sono in aumento (1), l’Italia ha quindi meno problematiche da affrontare rispetto ad altri Paesi “fratelli” come, per esempio, la Germania coi suoi 16 milioni rispetto ai nostri quasi 6 milioni.

Quello che è preoccupante è che i migranti rappresentino i nuovi poveri e, di conseguenza, non c’è da stupirsi che vadano ad alimentare anche la potenziale illegalità, con presenza carceraria sempre superiore al 30%.

Dati che devono far riflettere ed agire i legislatori. Occorre rimettere mano alle politiche di accoglienza. La squallida e triste prassi di perdere tempo sulle quotidiane sparate di chi, sui drammi dell’immigrazione, crede di costruire le proprie fortune elettorali, non fa che rafforzare un disagio che, partendo dai più poveri, si estende a tutta la popolazione: ogni povero in più, soprattutto se per deficit di accoglienza da contesti economicamente e bellicamente drammatici, è una bomba ad orologeria per tutti.

L’esempio della Germania è lampante: dieci milioni di migranti in più rispetto all’Italia, un Paese che economicamente non solo è messo meglio di noi, ma che politicamente è il maggior punto di riferimento dell’Ue: le politiche di accoglienza inclusive ed estese possono essere motore di crescita per se stessi e per la scommessa federalista europea.


1 - record di 281 milioni nel 2020 rispetto ai 173 milioni dell’anno precedente: 51 mln in Usa (18%), 16 mln in Germania, 13 mln in Arabia saudita, 12 mln in Russia e 9 mln in Uk: https://unric.org/it/undesa-pubblica-il-rapporto-international-migration-2020-highlights/
 
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