Sono diverse le città che dicono di contribuire alla mobilità urbana ed ecologica grazie alla promozione delle biciclette. E, in effetti, in alcune città i servizi per questi mezzi sono all’altezza delle premesse. Ma la sicurezza, dopo anche i recenti fatti di Milano dove una ciclista è stata uccisa per strada, è spesso sottovalutata.
Ci sono anche dei fenomeni, come quello che sembra ci sia in Gran Bretagna, di disamore per la bicicletta come alternativa, o quello a Parigi dove il cugino della bicicletta, il monopattino a noleggio, è stato vietato dopo un referendum. Tutti legati all’inciviltà di chi li usa (abbandonati dove capita dopo l’uso) o alla mancanza di strutture per un supporto che non sia una sorta di zig-zag tra il traffico automobilistico.
La bicicletta come alternativa non può solo essere un’idea, magari in campagna elettorale. Occorre che sia incentivata per gli acquisti (magari al contrario degli incentivi che vengono dati a singhiozzo per gli acquisti dei veicoli a motore) e con infrastrutture che consentano il meno possibile la mescolanza di questa mobilità con quella a motore.
Alcuni Comuni, per esempio, fanno e non fanno… come quelli con le piste miste pedoni/bicicletta, dove alla fine il percorso è pericoloso per entrambi…. o come quelli di piste che finiscono nel nulla e l’alternativa è andare sui marciapiedi o in mezzo al traffico.
La bicicletta è la vera alternativa, anche rispetto ai veicoli elettrici che alcuni considerano possano essere una maggiore alternativa.. cosa che non è tale perché, a parte la considerevole assenza di emissioni di Co2, è irrisolto il problema dei parcheggi e dell’intasamento del traffico. Con la bicicletta questi problemi non ci sono perché, per parcheggiarla, magari in assenza di apposite postazioni, uno se la può portare anche in casa.
Vanno quindi bene le biciclette, ma occorrono piste e parcheggi, al pari, e di più per i percorsi urbani, di quel grande impegno che esiste da più di un secolo per i veicoli a motore.
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