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Mobilità. Le vere e le false emergenze
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22 febbraio 2023 16:09
 
I dati preliminari 2022 della Commissione europea sulle vittime della strada danno un pessimo segnale per l’Italia: 53 morti su un milione di abitanti, con una crescita del 9% rispetto al 2021, mentre la media europea è +3%. Molti dei guadagni del periodo Covid sono ancora in corso (i decessi 2022 sono 10% meno di quelli 2019), ma è innegabile che la crescita di vittime c’è e questo vuol dire che le molteplici campagne di sicurezza più o meno permanenti, non danno gli effetti sperati e… stiamo recuperando per tornare ai livelli precedenti o peggio? 

E’ evidente che le campagne di sicurezza non danno i risultati sperati anche perché gli automobilisti sono sempre più numerosi e le infrastrutture sono sempre in condizioni peggiori: traffico ed intasamento delle strade sono tra i principali responsabili dell’insicurezza e non è un caso che là dove le infrastrutture sono all’altezza della bisogna (tipo autostrade), si verificano meno vittime,

Ammesso e non concesso che verranno costruite o ammodernate le strade per renderle più sicure, è difficile che il ritmo riesca a soddisfare il maggior numero di veicoli in circolazione. C’è da attendersi che il binomio più veicoli più vittime sarà sempre più realistico.

Di fronte alla lentezza (e alla sostanziale impossibilità) che si possa continuare con l’attuale modello a pretendere un calo di vittime, le uniche strade praticabili sono quelle del calo del numero dei veicoli in circolazione.

Politiche in merito ci sono, ma sono sempre affiancate da altre per l’incentivazione degli acquisti piuttosto che per l’abbandono degli stessi. E quando ci sono situazioni che potrebbero in un certo modo giovare al calo della circolazione dei veicoli, si levano sempre gli scudi dei carburanti troppo cari e le sue conseguenze su tutta l’economia, nonché dell’occupazione del settore. Tutti corrono per cercare di porre rimedi tampone… e la situazione peggiora sempre di più: mezzi pubblici insufficienti quanto inesistenti e costosi, piani di città ciclabili ridotte al lumicino, car-sharing urbani pressoché inesistenti, incentivi per gli acquisti di veicoli a motore.

I numeri delle vittime che ci vengono forniti oggi dal’Ue possono essere solo modificati con alcune logiche: miglioramenti e gratuità dei servizi urbani, ciclabilità delle città, riduzione del parco macchine circolanti. Troppo costoso? Crediamo sia forse vero il contrario: i costi che oggi paghiamo per il procrastinarsi di questi modelli di mobilità è molto maggiore di quello che costerebbe con l’uso di altre logiche.

 
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