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Morte dignitosa, pura letteratura
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Articolo di Pablo Simon Lorda
10 ottobre 2008 0:00
 
Il 25 settembre, la Organizacion Médica Colegial (OMC) ha reso pubblico un comunicato di condanna del progetto di legge andaluso sulla morte dignitosa (Anteproyecto de Ley de Muerte Digna). Ma la societa' spagnola e' molto piu' intelligente e matura di quanto loro pensino. L'aspirazione a morire degnamente, atto finale dell'ideale di una vita dignitosa, e' stato affermato con forza negli ultimi dieci anni. Ora sappiamo cosa significa. Significa morire con la minima sofferenza fisica, psichica e spirituale. Morire accompagnati dalle persone care. Morire ben informati se lo si desidera e non nella menzogna falsamente compassionevole. Morire potendo rifiutare i trattamenti che non si vogliono. Morire avendolo preparato attraverso il Testamento Vitale. Morire nell'intimita' personale e famigliare. Morire senza che il professionista, con tutte le buone intenzioni ma sbagliando, si ostini a proseguire con trattamenti che non servono se non ad allungare la fine. Morire in casa se si puo'. Morire addormentati se uno lo chiede. Morire ben assistiti. Morire per tempo. Morire in pace.
Tutto cio' e' quanto il progetto di legge dell'Andalusia desidera garantire. E' "pura letteratura", secondo la brillante espressione del segretario generale della OMC. Magari fosse cosi', giacche' e' nella pura letteratura che piu' abbiamo appreso della dignita' della vita e della morte. Basta leggere Tolstoi ne La morte di Ivan Illich per capirlo.
Dicono che il progetto e' inutile poiche' le leggi attuali sono sufficienti. La memoria e' fragile: si sono gia' dimenticati di Inmaculada Echevarria o delle sedazioni di Leganés. Pero' gli altri, noi, ricordiamo bene il calvario che hanno passato quei protagonisti per sapere se fossero legali, mentre sopportavano l'avversione di chi gli sussurrava "eutanasia!, eutanasia!". Evitare che cio' si ripeta, e' quanto si prefigge il progetto di legge.
L'estensione dei diritti dei pazienti risulta sempre minacciosa per alcuni settori minoritari della professione medica, che produce cattiva e dannosa letteratura, zeppa di pregiudizi e interessi ideologici occulti. Si scandalizzano perche' la legge prevede un regime sanzionatorio. Evidentemente, non sanno che una legge che regola diritti e doveri non puo' non contemplarlo. Dicono che basta gia' l'etica professionale, che i medici si autoregolano con il proprio Codice Deontologico. Non sanno che ha cessato d'essere vero all'inizio del XX secolo perche' le societa' democratiche e moderne non tollerano piu' l'impunita' giuridica. Non sopportano che la societa' esiga il rispetto di valori chiave per un'etica della cittadinanza, come quella dell'informazione trasparente. Osano persino minacciare i cittadini dicendo che eserciteranno una "medicina difensiva". Paradossalmente, terminano pretendendo piu' cure palliative e testamenti vitali, precisamente cio' che il progetto di legge vuole garantire giuridicamente.
Fortunatamente, i redattori di questo genere letterario non rappresentano nemmeno tutta la OMC, organizzazione che, per la verita', rappresenta sempre meno medici, almeno moralmente. E' piu' importante sapere cio' che pensano le societa' scientifico-mediche. Molte di loro hanno gia' dato una lettura critica, ma nell'insieme positiva, della legge. Lo stesso si puo' dire delle organizzazioni di consumatori, utenti e pazienti. Persino la gerarchia della Chiesa cattolica e' stata prudente, poiche' e' ovvio che i valori sottesi a questo progetto di legge non sono contrari a quelli della loro morale religiosa.
Altro sono l'eutanasia e il suicidio assistito. Nell'eutanasia, le persone chiedono volontariamente che il professionista ponga fine alla loro vita somministrandogli alcune sostanze letali perche' la malattia gli causa una sofferenza insopportabile. Nel suicidio assistito i professionisti si limitano a fornire le sostanze, ma e' il paziente che decide liberamente quando prenderle. Il progetto di legge andaluso, nonostante quel che dicono erroneamente alcuni, non e' una legge sull'eutanasia ne' sul suicidio assistito. Primo, perche' non potrebbe esserlo giuridicamente. E' una materia regolamentata dal Codice Penale. Solo il Parlamento spagnolo puo' decidere in merito. Inoltre, essi sono contenuti nell'ideale di "morte dignitosa" ma, a differenza di quelli previsti nel progetto di legge, non sono accettati da tutte le persone. Per questo, se lo discuteremo, conviene farlo con grande delicatezza, con tempo, misura e responsabilita'. Non si puo' partire lancia in resta senza aver ben pensato come e quando sara' affrontato. Altrimenti puo' capitare di non essere presi sul serio. O peggio, che cio' che si afferma un giorno sui giornali a lettere cubitali, venga poi ridimensionato e rettificato pochi giorni dopo, ottenendo in tal modo solo discredito e confusione.
(Il progetto di legge e' consultabile su clicca qui. Il comunicato della OMC su clicca qui).

Tratto da El Pais del 9 ottobre 2008 (traduzione di Rosa a Marca)
 
 
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