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Musei. Se la cultura è vita, no a chiusure festive. Orari ampi
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31 dicembre 2022 12:20
 
Qualcuno ritiene che cultura, arte e storia non siano essenziali quanto un hamburger?

E tornato in auge uno dei tormentoni dell'amministrazione pubblica: gli orari dei musei. L’occasione è stata una diatriba fiorentina tra il direttore della Galleria degli Uffizi e il Sindaco della città in occasione di queste feste. 
I visitatori spesso devono ben informarsi per non incappare negli orari di chiusura, che sono tra i più variegati e imprevedibili: tra quelli che chiudono a Natale o il 1 maggio e quelli che proprio in quelle date sono aperti, tra quelli che chiudono la seconda domenica del mese e quelli che lo fanno ogni lunedì, etc.
Insomma: occorre informarsi prima di andare a visitare una città con l'intento di vedere anche i musei. E’ agile? Non proprio e, crediamo, anche illogico e sconveniente.
Se vuoi viaggiare in treno o aereo, o se hai bisogno delle forze dell’ordine, i servizi sono 24H. Lo stesso per diverse catene di ristoranti/bar. Servizi, pubblici e/o privati, ritenuti essenziali.
Perché i servizi museali non sono ritenuti essenziali?
Non siamo il Paese culla delle arti e della storia e, per questo e non solo, una delle mete turistiche più scelte nel mondo?
O forse qualcuno ritiene che cultura, arte e storia non siano essenziali quanto un hamburger?  

Certo, ci sono i problemi relativi a sicurezza e personale, ma come sono risolti dagli altri servizi essenziali (pubblici e privati), altrettanto si dovrebbe fare per i musei.

Il “problema” è solo qui. Se i musei siano o meno parte essenziale della vita - individuale e civica - della nostra esistenza. E per questo doversi organizzare per goderli e farli godere al meglio.
Una impostazione che porterebbe anche altri vantaggi tra cui - il più importante - la possibilità di vedere i musei senza doversi far spazio tra le teste degli altri visitatori e facendo file stressanti e con calche di pericolosa promiscuità sanitaria. Fino alla non-poco apprezzabile necessità di aumentare gli addetti, supportati da prezzi dei biglietti di ingresso all’altezza della bisogna (e magari anche differenziati rispetto agli orari di visita).
Ricaduta economica e di immagine: non respingere i visitatori nei giorni di festa, quando loro sono più disponibili ad esser tali… e non visitano solo i musei.

 
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