Il nazionalismo alimentare, come tutti i nazionalismi è qualcosa che per affermarsi ha bisogno di imporre: divieti, esaltazioni, fake news. Tutto l’armamentario tipico dei nazionalismi è quellomesso in gioco dall’on Lollobrigida, incaricato a dirigere lo specifico ministero di Agricoltura e sovranità alimentare.
L’ultima del nostro ministro è oggi, in visita alla fiera Vinitaly, dove ha colto occasione per esternare i suoi abituali nazionalismi: chiamando in causa le etichette Nutriscore, “... non è un algoritmo a dirci cosa mangiare ma la capacità di distinguere e discernere”.

Propaganda di basso livello incentrata su fake news create ad arte. Infatti, mentre diverse eccellenze del made in Italy secondo il metodo Nutriscore vengono reputate sane (pasta e olio, per esempio), per parlar male di queste etichette (1) il nostro ministro dice che invece sono classificate come poco salutari. Non solo, ma se c’è qualcuno che vuole imporci cosa mangiare è proprio il ministro stesso che ha vietato il cosiddetto cibo sintetico. La “capacità di distinguere e discernere” è quindi quella che impone divieti.

La logica è la stessa di chi, di fronte al diverso e a ciò che non comprende, invece di confrontarsi e cercare di capirsi, dando ad ognuno la possibilità di essere, ammazza questo diverso (forme estreme: i nazisti/fascisti li mettevano nei forni crematori, i sovranisti li fanno affogare nei nostri mari). E quando non è possibile l'eliminazione fisica, ecco che viene creato il divieto, anche tra i più assurdi e completamente estraneo a tutto quanto accade nel mondo a cui si dice di appartenere e da cui si prendono soldi… senza poi saperli spendere.


1- ostracizzate da Coldiretti che usa falsità per parlar bene dei prodotti italiani, nascondendo il vero motivo della propria contrarietà: non ledere gli interessi dei produttori italiani che non si attengono alle leggi
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