La povertà assoluta - dati Istat 2022 - riguarda il 9,7% (5,6 milioni di individui) della popolazione. Percentuali in crescita rispetto al 2021. Motivo: l’accelerazione dell’inflazione. Questi poveri sono di più tra gli stranieri, nel Sud, tra i giovani e gli over 65enni, nelle famiglie numerose ma anche in quelle di sole tre persone e nei piccoli comuni. Insomma… niente di nuovo.
E’ bene ricordare che la lotta alla povertà è un fiore all’occhiello del nostro governo, ma i provvedimenti tipo la “carta dedicata a te” che serve per gli acquisti durante il cosiddetto trimestre anti inflazione in corso (e, sembra, rinnovato per il prossimo anno), oltre ad essere una bufala, coinvolgono solo poco più dell1% della popolazione. Stessa precarietà vale per il cosiddetto asilo gratis per il secondo figlio, che poi, dopo le prime informazioni del governo, si è rilevato non essere gratis e non lo sapremo fino a che la legge non viene approvata… asilo dove i contributi del governo non possono che colmare una piccolissima parte del costo che un figlio in più rappresenta in una famiglia. Situazione aggravata anche dall’aumento Iva, dal 5 al 10%, previsto per i prodotti per l’infanzia.. uno o due o tre figli che una famiglia abbia.
I dati Istat, quindi, fotografano una situazione a cui il governo e il Parlamento in carica hanno notevoli problemi a prenderla in considerazione: ché al massimo, come nel caso dei bonus energia, l’esecutivo è in grado di mantenerla stabile, non certo di rimediarvi.
Ma questa stabilità del malessere, se non affrontata con provvedimenti radicali, non può che peggiorare… non a caso i dati Istat sulla povertà 2022 sono in crescita rispetto al 2021. Sono dati che riguardano poco l’attuale governo, ma mostrano una tendenza al peggioramento che certamente non può essere affrontata coi numericchi delle manovre in atto e, soprattutto, fidando su un aumento del debito pubblico e il rinvio e l’assenza delle liberalizzazioni.
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