C’è una cosa che accomuna Angelina Mango, Geolier, Annalisa, Irama e Ghali, gli artisti che occupano le prime cinque posizioni dell’edizione di Sanremo 2024. E non è solo la musica ma bensì la casa discografica: tutti e cinque, infatti, sono contrattualizzati con la Warner Music Italy.
Che l’industria della musica italiana stia conoscendo una fase di oligopoli non è una novità: negli anni abbiamo visto affermarsi l’esclusiva della Siae per riscuotere i diritti d’autore in Italia, fino ad arrivare al caso TicketOne, multata dall’Antitrust per abuso di posizione dominante nel mercato della vendita dei biglietti dei concerti nel 2021.
La Warner invece sta rapidamente scalando il mercato degli artisti: un terzo degli ospiti di Sanremo 2024, infatti, è sotto contratto con l’etichetta americana. Oltre ai già citati sopra, ci sono anche Mr. Rain, Clara, Rose Villain, Il Tre, Loredana Bertè, The Kolors, Fred de Palma. Sony e Universal sono le altre due grandi etichette che si spartiscono un pezzo della restante parte degli artisti in gara a Sanremo. A seguire, le etichette indipendenti.
Da Sanremo a X Factor, le “proprietà” della Warner
Gli oligopoli, si sa, ci circondano ormai ovunque: il settore economico è caratterizzato da grandi gruppi che accentrano su di sé beni e servizi. Succede nel campo dei beni materiali, come l’industria e l’agricoltura, ma anche dei beni immateriali, come la finanza, lo sport e, come abbiamo visto, pure la musica.
Oltre Sanremo, infatti, la Warner è diventato il principale partner discografico di X Factor, uno dei talent musicali più seguiti degli ultimi anni e che sforna artisti emergenti a ogni edizione. Chi esce vincitore dalla kermesse, pubblicherà il proprio disco con la Warner. Anche qui, non è una novità ma si tratta più di un avvicendamento di monopolio: prima, infatti, era la Sony il principale partner di X Factor. Ovvero, cambiano i nomi ma la sostanza rimane la stessa.
Nella musica italiana pesano i “soliti autori”
Sull’appiattimento dell’industria musicale pesano anche le parole di Morgan, artista e già giudice di X Factor che, comunque la si pensi, ha sollevato un’altra questione: pure le canzoni sono sempre più scritte da un manipolo di autori, in particolare Davide Petrella e Davide Simonetta, definiti da Morgan «i capi della canzone italiana». L’ex-Bluvertigo cita ma ci sarebbe anche Dario Faini (in arte Dardust) tra “i soliti” autori: sua, per esempio, è la canzone vincitrice di questo Sanremo, “La noia”.
«Manco John Lennon ha scritto le canzoni dei primi dieci in classifica contemporaneamente a suo tempo», ha detto Morgan, riferendosi al fatto che in quei decenni la “biodiversità musicale” era molto più alta. Per coloro che aspirano a diventare autori di canzoni, gli spazi si stanno restringendo, tuttavia vi è ancora margine di possibilità. Un margine che invece sta scomparendo più velocemente dal settore della case discografiche.
(Maurizio Bongioanni su Valori.it del 12/04/2024)
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