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Sciopero taxi. Tranquilli… vi ascoltano
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27 maggio 2024 12:59
 

Non soddisfatti dai risultati dello sciopero dello scorso 21 maggio, sindacati e associazioni taxisti hanno proclamato un nuovo sciopero per i prossimi 5 e 6 giugno. Forse sperano che, a ridosso delle elezioni, si moltiplicheranno le dichiarazioni “di chi conta” a favore delle loro rimostranze: no a nuove licenze, no ad ogni forma di liberalizzazione, fino a modifica delle timidissime disposizioni già approvate (potere dei Comuni ad aumentare le licenze del 20%).

Una prova di forza.

Che non crediamo sia necessaria. 

Il settore necessiterebbe di riforme radicali che prevedano liberalizzazione (Uber et similia per esempio e altro che 20% di licenze in più)…. ma i nostri taxisti non hanno da temere. Sono decenni che governi e legislatori di ogni fatta danno loro sempre ragione. Certo, i taxisti sono arrabbiati perché vogliono ancora maggiori restrizioni di concorrenza, e quindi insistono. E fanno bene… dagli e ridagli, alla fine otterranno quel che vogliono.

Ormai siamo rassegnati. Da chi governa e fa opposizione in Italia non arriverà mai nulla che abbia a che fare con la liberalizzazione. Non possiamo far altro che aspettare Bruxelles… e vedrai che prima o poi arriverà. E farà tanto male a questi poveracci di taxisti che dichiarano di guadagnare mediamente meno di 20mila euro l’anno, e sulle cui vetture i pos sono un’opzione e non la regola.

Un consiglio ai nostri legislatori. Per questo sciopero dei prossimi giorni non intervenite per cercare di bloccarlo. Molti utenti di questo servizio di trasporto pubblico locale non si accorgeranno neanche dello sciopero, visto le estreme difficoltà che già ci sono senza-scioperi a trovare una vettura. Un intervento, di quelli che il ministro dei Trasporti ogni tanto fa contro, per esempio i ferrovieri, non farebbe altro che peggiorare la situazione di una rapporto che abbisogna solo di un po’ di tempo per perfezionarsi così come vogliono i taxisti.

Questa è l’Italia che va al voto per rinnovare i propri rappresentati in molti Comuni e al Parlamento europeo. Un paese schiavo delle corporazione e contro la libertà degli utenti e dell’economia.

Qui il video sul canale YouTube di Aduc


 
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