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Si blocca la Geo Barents. Ma non il flusso dei migranti e le loro morti annunciate
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Articolo di Albert
27 febbraio 2023 15:03
 
All’indomani del fermo amministrativo della Geo Barents, la nave di “Medici senza Frontiere”, (23 febbraio) ecco l’ennesima strage di migranti nelle acque di Crotone. All’alba del 16 febbraio, un barcone, stipato da un numero di persone che alcuni sopravvissuti indicano vicino a 200, si è spezzato in due, facendo morire 59 persone, di cui 12 bambini (anche un neonato) e 33 donne (dati di oggi 27 febbraio). Il barcone veniva da Smirne e la provenienza di questi migranti  è Iraq, Pakistan, Somalia – Paesi in cui ormai in cui la vita è sempre più impossibile. Diventa quindi obbligatoria la domanda da rivolgersi a “lor signori”: E’ da stigmatizzare il tentativo di molti dei loro abitanti di raggiungere luoghi in cui poter vivere nella pace e nella libertà? Davvero questa gente va respinta? Ecco - prima di gridare all’invasione dell’Italia da parte di questi disperati, fermiamoci un pochino a riflettere, a metterci nei loro panni.
 
Ora, però, non sarebbe giusto mettere in diretta relazione la mancata operatività della Geo Barents con questa tragedia che comunque è e resta una delle molte tragedie del mare annunciate, per il semplice motivo che non è detto che la Geo Barents potesse essere ieri proprio davanti alla costa calabra. E, del resto, dicono le cronache, il barcone era stato avvistato alcune ore prima da possibili mezzi di soccorso, impediti però dalle avverse condizioni del tempo.
 Ma questo terribile evento mette in evidenza, se ce ne fosse ancora bisogno, come sia necessario che il “mare nostrum” debba essere percorso in lungo e in largo da imbarcazioni che soccorrano prontamente la gente in difficoltà per evitarne la morte. Quindi, se gli attuali governanti  fossero saggi, più saggi anche di quelli di ieri, considererebbero un grande aiuto la presenza delle ONG, e non una iattura.
Ma così non è, e, di fronte a questa tragedia, le uniche parole di saggezza e di umanità le ha pronunciate il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha sottolineato come sia indispensabile “che l'Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive”, sollecitando al contempo un “forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico”.

E ora in breve la questione della Geo Barents. Il 17 febbraio ha sbarcato ad Ancona 48 migranti e poi si è diretta al porto di Augusta, da dove giovedì 23 era pronta per ripartire in cerca di vite da salvare nel Mediterraneo centrale. Ma proprio giovedì sera la Guardia di Finanza ha notificato all’equipaggio il fermo amministrativo della nave di venti giorni (oltre la multa di diecimila euro), come da normativa approvata dal Senato due giorni prima.
L’accusa è quella di non  essersi coordinata a sufficienza con le autorità italiane dopo l’ultima missione, quella che ha appunto portato ad Ancona naufraghi. Ma l’organizzazione contesta questa accusa e annuncia azioni legali per fare annullare il fermo che viene considerato una punizione per avere salvato delle vite umane.  Se il fermo dovesse restare in vigore, tuttavia, la nave non potrebbe ripartire prima del 16 marzo. Insieme a “Medici assenza frontiere”, sono sul piede di guerra anche le altre ONG. E inoltre c’è sempre il conflitto di questa nuova norma con il dovere universale di salvare chi si trova in difficoltà in mare.
Bisogna anche mettere in evidenza il fatto che la legge contro le ONG non va a colpire un settore davvero responsabile di un grande afflusso di migranti.
Gli arrivi di migranti sul nostro suolo con quelli che cinicamente sono stati chiamati dal governo Conte-Salvini “taxi del mare” e adesso, da Meloni, “traghetti”, incidono solo del 10 per cento. Il restante 90 per cento arriva autonomamente su barchini con qualche decina di persone, o su barconi, in cui sono stipati cento e più disperati, una parte dei quali viene soccorsa da Guardia costiera, Guardia di Finanza, anche da navi mercantili e da Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, purché non preferisca fare la spia ai libici perché intervengano loro e riportino in Libia quei disperati.
E del resto non è neppure provato che la presenza delle ONG costituisca un fattore di attrazione, perché agli scafisti non interessa affatto la sopravvivenza di chi cerca di passare in Italia; quello che vogliono è solo spillare soldi da questi infelici. E qui s’impone una domanda: ma gli scafisti sono davvero dei “liberi professionisti”, o non sono organizzati e manovrati da qualcuno che sta molto in alto? Perché è alla identificazione di questi ultimi che bisognerebbe mirare se vogliamo davvero far cessare il turpe commercio di esseri umani. Ma di questo il governo italiano non parla.
 
A proposito del flusso migratorio verso il nostro Paese c’è anche un fatto “curioso” attestato dal più recente rapporto del Viminale, che comunica che, dai primi di quest'anno fino al 20 febbraio, sono sbarcati in Italia 12 mila e 96 migranti, quasi il triplo di quelli sbarcati nello stesso periodo dell’anno scorso, quando erano 4 mila 701, oltre il triplo del 2021, quando erano 3 mila 728. Soltanto il 18 febbraio ne sono sbarcati 2 mila 378, oltre il doppio di quelli soccorsi in questi primi cinquanta giorni dalle Ong, che sono in tutto 955.
Insomma, da quando c’è il governo Meloni, che si sbraccia a bandire proclami contro le migrazioni, gli arrivi sulle coste italiane, specialmente a Lampedusa, sono cresciuti in modo esponenziale.
Indubbiamente c’è bisogno, come indicato da Sergio Mattarella, di un impegno concreto e responsabile  dell’Unione Europea per governare il fenomeno migratorio.
Idea ripresa dalla  Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, proprio di fronte alla tragedia di Crotone, quando afferma che “ora l'Ue ha bisogno di regole comuni e aggiornate che ci permettano di affrontare le sfide della migrazione” e aggiunge che “esistono piani per aggiornare e riformare le norme europee in materia di asilo e migrazione. Gli Stati membri non dovrebbero lasciarli lì”.
Ma, fino a che gli amici sovranisti della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni saranno lasciati liberi di rifiutare la redistribuzione dei migranti arrivati in Italia, è fin troppo facile predire che quei piani saranno lasciati lì.
E allora dobbiamo chiederci con onestà se l’alternativa possa, debba essere unicamente quella vergognosa di pagare profumatamente la Turchia e la Libia per costruire dei campi profughi, che sono in realtà dei lager, dove una umanità già tartassata e sofferente può morire lontana dai nostri occhi, come accade dal 2016 con l’accordo tra UE e Turchia, e, dal 2017, con quello tra Italia (governo Gentiloni, ministro degli Interni Minniti) e la Libia, stigmatizzato da tutte le associazioni per i diritti umani.
NO, per amore di Patria, per la dignità dell’Italia, NO! Altre vie sono percorribili; basta ampliare un pochino il nostro sguardo come singoli cittadini e Nazione tutta intera.
 
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