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Spagna. Le banche private di cordone ombelicale conservano i campioni di 30.000 neonati
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Articolo di Judith De Jorge
11 maggio 2009 0:00
 
Analisi d'ereditarieta' genetica.
L'azienda per la conservazione di cellule staminali Secutiva effettua analisi sull'eredita' genetica dei bambini subito dopo la loro nascita. Attraverso un'analisi particolare del sangue del cordone ombelicale, i genitori potranno sapere se il figlio sara' portato a soffrire di alcune malattie come l'intolleranza al glutine o al lattosio, l'emocromiatosi o la sordita' causata da medicinali. Si valuta che il tra il 19 e il 28% della popolazione spagnola soffra d'intolleranza al lattosio, che un bambino ogni 150 sia ciliaco e uno su 12.000 soffra di sordita' indotta da alcuni farmaci. "Sono problemi che possono essere risolti con alcuni semplici test preventivi", spiega Santiago Luengo. I risultati vengono inviati al pediatra affinche' possa adottare le misure ed evitare problemi a lungo termine.
 
Pochi istanti dopo il parto, mentre il neonato riceve le prime cure mediche, uno specilista s'incarica di fornirgli cio' che forse sara' il medicinale del futuro: il cordone ombelicale. Il tecnico preleva il sangue residuo della placenta della partoriente con una cannula e lo disinfetta. Il campione, molto ricco di cellule staminali, comincia cosi' un viaggio lampo che lo portera' fuori dal Paese. Dagli aeroporti di Madrid-Barajas o dal Prat di Barcellona volera' all'estero, probabilmente in Usa o in Germania, protetto come fosse un tesoro per essere immagazzinato al piu' presto in una banca biologica privata. L'obiettivo e' che il materiale organico possa in futuro essere utile al bambino. Si', ma per che cosa? E qui inizia la polemica. Le aziende dedite alla conservazione di queste cellule assicurano che saranno fondamentali nel progresso della medicina rigenerativa in caso di diabete di tipo 1, infarto del miocardio o per produrre tessuti e organi; la compatibilita' e' totale e non esiste il rischio di rigetto. Una parte della comunita' medica lo nega. L'Organizzazione Nazionale dei Trapianti (ONT) sostiene che "oggi come oggi, conservare il proprio cordone ombelicale non ha un'utilita' clinica dimostrata", nelle parole del suo coordinatore Rafael Matesanz. Dal 2005 le imprese spagnole operanti in questo campo sono cresciute in modo esponenziale, al riparo di una legislazione piena di lacune che permette l'estrazione delle cellule in Spagna ma proibisce d'immagazzinarle entro le frontiere nazionali, per cui non resta che congelarle in Usa, Gran Bretagna, Bruxelles o Germania. C'e' solo una banca privata istallata ad Alcala' de Henares: l'autorizzazione dipende dalle comunita' e Madrid a suo tempo decise di darle il via libera.
In tutto sono quattordici aziende -la maggioranza a Madrid e Barcelona e una a Palencia-, piu' della meta' sono state create l'anno scorso. Si tratta di un numero inusuale in Europa e negli Stati Uniti, dove operano appena tre o quattro banche biologiche in ogni Paese. Da quando i Principi delle Asturie decisero di conservare il cordone della loro prima figlia, l'infanta Leonor -un gesto che non fu esente da critiche-, accedere a una banca di cellule e' divenuto molto popolare. In Spagna, oltre 30.000 famiglie hanno fatto la stessa cosa con i loro bambini e si pensa che a fine anno siano 10.000 in piu'. Inoltre, s'e' trasformato in un originale dono per la nascita. Al posto del classico passeggino, "i nonni hanno cominciato a regalare ai nipotini la conservazione del cordone", ammette Santiago Luengo, direttore generale di Secuvita, una delle principali aziende spagnole del settore. Tra i clienti delle banche biologiche ci sono "calciatori, artisti, autorita' e anche gente umile". Il costo e' di 2.000 euro, piu' una "quota" annuale di 90 euro per la conservazione del cordone. I genitori sono persone che si preoccupano d'assicurare la salute ai loro figli, "coppie dai 28 ai 37 anni, con un livello culturale e un potere economico medio alto".
Vale la pena spendere quei soldi? L'organizzazione dei trapianti non s'oppone alle banche private, ma mette in dubbio la loro utilita'. ONT si batte per la donazione altruista del sangue del cordone ombelicale presso le sette banche pubbliche esistenti in Spagna. Ritiene che il sistema privato disattenda al principio della solidarieta' che caratterizza il sistema dei trapianti. Ad ABC.es Matesanz segnala l'assenza di prove solide circa il loro potenziale medico. "Io non lo farei con i miei figli ne' lo raccomanderei ai miei di farlo con i loro", assicura.
Invece Luengo non ha dubbi. "Il sangue della placenta ha solo nove mesi di vita ed e' pieno di cellule staminali di grande qualita', quasi sempre libere da virus, batteri e cellule tumorali, che possono essere molto utili in futuro come medicina rigenerativa". Il responsabile di Secuvitas segnala che dei saggi clinici hanno dimostrato la loro validita' nella lotta al diabete giovanile di tipo 1 e sono in corso studi che utilizzano il trapianto di cellule staminali contro l'infarto del miocardio e cerebrale. In particolare, la dottoressa Joanne Kurtberg dell'Universita' di Duke a New York, in giugno presentera', in un congresso a Los Angeles, una sessantina di casi di bambini -da pochi mesi a 16 anni-, tutti con una paralisi cerebrale, trattati con le proprie cellule staminali con "risultati molto evidenti". I piccoli, colpiti in misura piu' o meno grave, hanno potuto recuperare parzialmente la parola, la vista e una parte delle funzioni psicomotorie. "Possono di nuovo stare a sedere, sorridere, non soffrono di spasmi...", descrive Luengo. I risultati appaiono alquanto incoraggianti giacche' questa patologia e' molto severa e non ha cure, ma Matesanz resta con i piedi per terra: si tratta di "casi isolati, che non sono stati dimostrati a livello sperimentale", puntualizza. "Il giorno in cui lo fara', a questa dottoressa daremo il Premio Nobel", ironizza. Luengo annuncia un altro caso interessante: "A Madrid, un bambino di due anni con una paralisi cerebrale ha potuto recuperare parte dei riflessi dopo aver ricevuto un trapianto delle proprie cellule". L'intervento e' stato realizzato in un ospedale della Seguridad Social sei mesi fa, e ancora non e' stato reso pubblico in attesa di conferme dell'evoluzione del bambino.
I campioni del cordone ombelicale si crioconservano a -198 gradi Celsius e passano per un contenitore di quarantena prima d'arrivare al proprio "frigorifero" definitivo. "Durano piu' della vita di un essere umano, circa 200 anni", spiega Luengo (un altro aspetto che ONT mette in dubbio). Morto il loro proprietario, possono essere utilizzati per i suoi discendenti. Per questo, "la conservazione dev'essere perfetta". A tal proposito, Luego critica la proliferazione di banche del cordone. "Ci sono molti arrivisti, opportunisti che non offrono la qualita' e che si riparano dietro la mancanza di regolamentazione", avverte. Allora perche' non accedere a una banca pubblica? Il sistema e' differente. La donazione, sempre generosa, e' anonima, e la famiglia perde il diritto sul cordone del proprio bambino. E' destinato a qualunque persona che possa averne bisogno in qualunque parte del mondo, anche se puo' tenerlo nel caso ci sia un famigliare malato.
 
 
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