Le vendite al dettaglio durante il mese di settembre sono in calo, sia in valore che in volume e per tutti i tipi di beni. I dati Istat sottolineano che la tendenza è sempre quella di una crescita in valore, cioè si compra di meno spendendo di più. I dati sono quelli di settembre, per cui non possiamo paragonarli con l’’iniziativa per eccellenza del governo per contenere l’inflazione, il trimestre del carrello tricolore che, per l’appunto è cominciato il 1 ottobre.
Tra i prezzi che crescono, gli stipendi al palo e il fatto che si tratta di un mese (settembre) dove bisogna un po’ riprendersi dalle tante spese fatte durante l’estate, i dati sembrano abbastanza in linea. A questo aggiungiamo che il consumatore si sta preparando all’abbuffata di sconti di fine novembre (Black Friday e dintorni ) e di Natale, e per questo fa un po’ da formica piuttosto che cicala.
Per capire l’andamento generale, valga il fatto che continuano a crescere le vendite nella grande distribuzione, l’unica al momento - qualità o meno - in grado di impedire che i consumi e il consumatore tocchino il fondo. La “piccola” distribuzione, fatta eccezione per i mercati rionali o meno, alimentari e non solo, ne subiscono le conseguenze, visto che si è sostanzialmente trasformata in sorte di gioiellerie di prodotti di largo consumo.
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