I dati
Istat sulle vendite al dettaglio a settembre sembrano incredibili: +0,5% in valore, stazionarie in volume. Le vendite alimentari sono ovviamente in crescita maggiore in valore (+0,8%) e -0,2% in volume. "Ovviamente" perché il comparto più sensibile, quello alimentare, non avrebbe potuto ignorare il fatto che l'ultima stima Istat di ottobre sul carrello della spesa registrava +10,9%,
con un'inflazione annua di +8,9%.
Questo vuol dire che probabilmente riusciamo a reggere: tra guerra, crisi energetica, covid, cambio di governo per cui cosa il nuovo faccia (a parte le promesse elettorali) è ancora presto per valutarne gli effetti.
Forse, però, è meglio non farsi grandi illusioni. Se non siamo alla
"canna del gas" non significa che tutto sia in via di risoluzione, ma che i consumatori hanno riserve notevoli di risparmio, visto che negli anni passati del duro regime di lockdown per covid hanno speso meno, ma è innegabile che la crisi è nel quotidiano e, al momento, le prospettive non ci indicano grandi via d'uscita.
Vediamo cosa farà il nuovo governo. Anche se alcune "
priorità" in corso potrebbero lasciare qualche dubbio: intendiamo la proposta di alzare il tetto delle spese del contante (1), l'accanimento contro i giovani che partecipano ai
rave-party e altrettanto accanimento per ributtare a mare
i disperati del mondo che emigrando chiedono aiuto. Comunque, i primi passi sulle bollette energetiche il governo li sta facendo, vedremo.
La domanda che il consumatore medio si dovrebbe porre è:
devo aspettare il governo per capire di che vita vivrò o di che morte morirò?
Crediamo che la miglior risposta il nostro consumatore se la stia dando da solo:
sopravvivere e, visti i risultati odierni delle vendite al dettaglio, sembra che questo gli stia consentendo di non farsi tanto male.
1 -
provvedimento che riteniamo negativo perché incentiverebbe cultura e pratiche di evasione fiscale
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