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Venti di guerra: cosa fare nei mercati finanziari?
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Articolo di Alessandro Pedone
22 febbraio 2022 11:46
 
Il 12 Marzo del 2020 pubblicai, per la prima volta, sulla piattaforma LinkedIn, un articolo che replicava un “Tekta Flash” riferito alla situazione della pandemia in relazione ai mercati finanziari. “Tekta Flash” è una comunicazione, aperiodica, che invio ad un ristretto numero di persone fra le quali ci sono i clienti della mia società di consulenza finanziaria e poche altre persone che nel tempo sono entrate in contatto con i professionisti che vi collaborano. In genere invio meno di un Tekta Flash al mese, ma la frequenza aumenta nel momento in cui i mercati sono in tensione e diminuisce nei periodi di maggior tranquillità. 
Questa mattina, a seguito dei venti di guerra che si muovono dall’Ucraina ho inviato il seguente “Tekta Flash” ed ho pensato di renderlo pubblico ancora una volta perché, sebbene la situazione non sia ancora così grave come era la situazione della pandemia a Marzo del 2020. Avverto fra gli investitori veramente molta tensione e spero, con questa comunicazione, di evitare a qualcuno di assumere comportamenti dettati dall’emotività dei quali potrebbero pentirsi dopo pochi trimestri o anni. 

Ecco il testo integrale inviato.
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Nuova escalation della tensione nella crisi tra Ucraina e Russia nella giornata di ieri. 
Come ormai sarà già noto dai media, in pratica il presidente Putin in serata ha annunciato che:
1)  La Russia riconosce formalmente le due regioni separatiste filorusse del Donetsk e del Luhansk
2)  Invierà un “forza di pace” nelle due regioni 
Ieri sera vi è stato un ulteriore sell-off degli indici, esacerbato dall’illiquidità dovuta al fatto che gli Stati Uniti erano chiusi. Non hanno aiutato le rinnovate preoccupazioni riguardo ad una possibile nuova stretta regolatoria del governo cinese che ha annunciato alle maggiori banche e imprese controllate dallo stato un nuovo giro di controlli riguardo le relazioni con Ant group, causando un sell-off di più del 5% su Alibaba (che possiede un terzo di Ant) e su tutto il settore tecnologico. L’oro ha toccato i 1914 dollari. 
Questa mattina i futures aprono leggermente in rialzo rispetto ai minimi di ieri sera anche grazie alle parole piuttosto tranquillizzanti del leader ucraino Zelensky che ha invitato tutti alla calma dicendo che in pratica Putin ha solo “legalizzato” la presenza di truppe russe nella regione già presenti dal 2014.
Le decisioni di Putin sono state unanimemente condannate dai leader occidentali che hanno dichiarato che annunceranno molto presto delle sanzioni contro la Russia. 
A questo riguardo, la situazione appare piuttosto complessa per l’Europa che dipende più che mai dalle forniture russe di gas.

Cosa fare?
In presenza di situazioni così gravi che riguardano vite umane, si fa fatica a trattare questioni di denaro, ma i mercati finanziari sono estremamente cinici e chiunque lavora in questo settore non può far altro che seguirne in una certa misura le logiche. 
Nelle prossime righe, quindi vedremo cosa fare nel caso in cui l’escalation di ieri sera porti ad una effettiva guerra fra Russia ed Ucraina. 
Naturalmente nessuno può dire come - specificatamente - evolverà questa situazione né dal punto di vista concreto del possibile conflitto militare, né dal punto di vista dei mercati finanziari. Situazioni simili, però, con mille sfumature diverse, si ripetono periodicamente nei mercati finanziari. Conoscere lo schema di base, essere psicologicamente preparati, avere un piano concreto ed applicarlo consente non solo di essere protetti da perdite generate da azioni inconsulte, ma perfino di trarre una grande utilità. 
Lo schema di base è sempre il solito. 
1 - In un contesto finanziario già alterato, accade un evento inaspettato che può avere conseguenze finanziarie potenzialmente disastrose (la diffusione del virus, nel 2020; il fallimento di una grande banca; nel 2008; l’attentato alle torri gemelle, nel 2001; ecc. ecc. ecc.);
2 - La paura si diffonde nei mercati e innesca vendite a catena: ciò accade inizialmente per ragioni legate alla psicologia della folla i cui effetti a spirale sono rafforzati da ragioni più tecniche legate al fatto che sempre di più una parte determinante delle negoziazioni avviene su base automatica in base ad algoritmi mossi essenzialmente dal livello dei prezzi
3 - Le vendite portano i prezzi a livelli non ragionevoli che scontano praticamente solo le ipotesi totalmente catastrofiche. Queste ipotesi per un breve periodo di tempo, nell’ordine di poche settimane, vengono avvalorate dai media e appaiono ragionevoli. Nella massa della popolazione, anche fra gli operatori finanziari, divengono quasi verità scontate. 
4 - Nel giro di pochi mesi ci si rende conto che queste ipotesi disastrose non si realizzano perché le azioni prese dalle autorità in una certa misura funzionano ed i prezzi (in genere - ma non sempre - in modo più graduale di come sono scesi) riprendono i livelli precedenti e li superano.
 
Si noti che conoscere questo schema non significa affatto poter prevedere, né le tempistiche né le modalità precise. Però conosciamo l’esito.

In primo luogo non sappiamo se veramente ci sarà una guerra fra Russia ed Ucraina o se la mossa di ieri sera rappresenta solo l’ennesima escalation che però si fermerà prima di una vera e propria guerra.

Quello che sappiamo, però, è che se la guerra dovesse esserci ci sono solo due possibilità:
1 - L’escalation continua fino al punto in cui la guerra sarà data per inevitabile praticamente da tutti, ed allora i prezzi delle attività finanziarie saranno già scesi per scontare l’evento (quindi non si rientra nel modello a 4 fasi descritto sopra) e quando la guerra ci sarà veramente inizieremo a vedere una risalita dei prezzi. 
2 - La guerra ci sarà in modo abbastanza inaspettato ed allora partiranno vendite incontrollate e per qualche giorno/settimana ci sarà il panico sui mercati. Le banche centrali metteranno in atto tutta una serie di reazioni, in particolare per non bloccare il mercato del credito (molta attenzione in questo caso alle obbligazioni ad alto rendimento che potranno diventare l’anello debole della catena e l’asset class forse più interessante) e ragionevolmente l’oro supererà i 2000 dollari l’oncia e farà nuovi massimi. 

In queste fasi diventa FONDAMENTALE avere un piano finanziario che consente di avere una parte del portafoglio disponibile a comprare in questi momenti. Le grandi crisi si possono affrontare solo con due strategie di base: una di tipo “contrarian”, cioè avere soldi disponibili a comprare basso, ed una di tipo “momentum” ovvero essere posizionati sui mercati “in trend”. La seconda è più attraente ma è anche quella che sbaglia molto più frequentemente. La prima è tecnicamente molto più semplice, ma richiede una preparazione molto più forte. 
Qualunque sia l’evoluzione di questa situazione, tutti i nostri clienti hanno piani finanziari specificatamente predisposti per affrontare eventi di questo tipo, nei prossimi giorni, in base all’evoluzione della situazione, potranno godere della guida di un professionista che ha già visto crisi di questo genere e con il quale applicheranno un progetto già discusso e scritto.
Come accaduto nel 2020, sarà relativamente facile non farsi prendere dal panico ed anzi avvantaggiarsi dalla diminuzione dei prezzi. 
Per coloro che non hanno una guida, il consiglio è sempre il solito, evitare di fare azioni sulla base dell’emotività. 
Quando c’è panico sui mercati, se non c’è un piano specifico, la cosa migliore da fare è non fare nulla per evitare almeno di sbagliare. 

 
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