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CERTEZZA DEL DIRITTO: LE DROGHE ILLEGALI
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Comunicato 
18 giugno 2001 0:00
 


LE LEGGI NON VENGONO APPLICATE E DIVENTANO ESEMPIO E INCENTIVO PERCHE' OGNUNO VIOLI LA LEGGE COME MEGLIO CREDE. L'ASSOLUZIONE DI MARCO PANNELLA.

Firenze, 18 Giugno 2001. La Corte d'Appello di Roma ha assolto l'on.Marco Pannella per la cessione di circa 200 grammi di hashish che, nel dicembre del '95, aveva fatto durante una trasmissione televisiva della Rai. Il leader radicale aveva voluto denunciare l'attuale legislazione sulle droghe come foriera di violenza e criminalita'.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Se qualcuno avesse voluto avere conferma di cosa significhi in Italia "certezza del diritto", crediamo che la sentenza dei giudici romani di oggi, sia lo specchio di un metodo, dove, alla fine, l'unica certezza e' solo quella della fregatura.
Non ci avrebbe fatto piacere che l'on. Pannella fosse finito in galera in quanto tale (non la auguriamo ad alcuno), ma di fronte a reo cosi' confesso e reato cosi' manifesto, ci domandiamo cosa ne pensera' il cittadino medio. Come minimo che giustizia non e' fatta, e la sua fiducia nei confronti del sistema e delle leggi del nostro Paese subira' un'ulteriore flessione. Inoltre, sempre questo cittadino medio, si sentira' legittimato ogni volta che continuera' a parcheggiare in doppia fila (ce lo vediamo mentre dice "solo un minuto signora guardia …"), o quando nella denuncia dei redditi qualcosa sparira' ("tengo famiglia") … del resto -sara' il ragionamento: "se ad uno che cede 200 grammi di droga illegale in televisione, lo si assolve perche' non lo ha fatto per iniziare al vizio la presentatrice che raccoglieva la droga e i milioni di telespettatori che seguivano in quel momento la trasmissione, ma per perorare la sua causa di legalizzazione, perche' non dovrebbe essere altrettanto per me che, se pago tutte le tasse che mi chiedono, non ce la faccio a pagare la rata dell'automobile, forse non e' anche questa una mia causa?".
Sono i risultati disastrosi a cui si va incontro quando il diritto non e' quello codificato, ma quello che risulta da un'interpretazione politica, che' e' quella a cui hanno sicuramente fatto fede i giudici romani, non certo riferendosi alle abituali attenuanti che considerano i casi di bisogno, follia o altri del reo.
La legislazione italiana in materia di droghe e' la causa del diffondersi delle droghe illegali, alimentando criminalita', illegalita' e problemi sanitari che altrimenti sarebbero marginali. Non solo, ma mentre altri nostri partner europei stanno intraprendendo la strada della cosiddetta riduzione del danno (convivere con il presunto male), aprendo luoghi di distribuzione e consumo di droghe pesanti per tossicodipendente, e mentre in Gran Bretagna e in Olanda la tolleranza nei confronti dei fumatori di droghe leggere e' notevole, in Italia il problema continua ad essere affrontato ancora come fenomeno criminale e di estremo intervento sanitario. L'on. Pannella col suo gesto ha voluto denunciare questo, ma gli e' stato negato il diritto alla pena.
Anche questo e' cio' che deriva dalle nostre leggi sulle droghe: impossibili ad essere applicate, diventano foriere di stragi di diritto e di legalita'. E invece di cambiarle, si tengono li' per giustificare i pruriti ideologici di chi considera l'individuo incapace di badare a se stesso da solo.
 
 
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