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CONDANNA DI FORATTINI
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Comunicato 
11 marzo 2001 0:00
 


L'ASSASSINIO DELLA SATIRA PER IL TRIONFO DELLA CENSURA Firenze, 11 Marzo 2001. Il vignettista Giorgio Forattini e' stato condannato dal Tribunale civile di Milano ad un risarcimento di 50 milioni di lire e altri 20 di spese giudiziarie e riparazione pecuniaria. Il reato e' una vignetta pubblicata sul settimanale Panorama in cui, secondo l'accusa, si riproduceva l'allora procuratore capo della Repubblica di Palermo, Giancarlo Caselli, a mo' di scheletro a forma di falce con una sciarpa rossa, con un ciuffo di capelli bianchi e con nelle mani una bilancia della giustizia e una pistola. Il riferimento della pistola sarebbe stato al giudice Luigi Lombardini che si era da poco suicidato. La difesa di Giorgio Forattini ha sostenuto che si trattava di un'allegoria in generale della giustizia, ma non gli e' valsa.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Quel che colpisce e' la scarsissima informazione che e' seguita al pronunciamento di questa sentenza, quasi fosse piu' importante il clamore che a suo tempo suscito' la richiesta di intervento della magistratura, che non la conclusione in se', e soprattutto questo tipo di conclusione. Perche' quando si colpisce la satira, cioe' la capacita' di ridere e ironizzare su se stessi e gli altri, vuol dire che si e' andati oltre la liberta' di stampa, forzando il diritto e trasformandolo in violenza al servizio di una parte presunta lesa.
Certamente esiste la diffamazione a mezzo stampa, e l'uso della menzogna per accreditare come realta' cio' che non e', ma c'e' qualcuno che se la sente di dire che Giorgio Forattini e le sue vignette rientrino in questo ambito? E non solo Giorgio Forattini, ma qualunque vignettista di satira, politica e non? Se esiste, vuol dire che deve usare tutte le sue capacita' per vietare qualunque forma di satira, perche' se si comincia a dissertare su satira buona e satira cattiva, sul campo rimane una sola vittima: la satira! Che, o la si accetta o la si vieta: la capacita' di ridere dei vizi e delle virtu' (presunti o reali non importa), dei difetti o dei pregi (veri o vox-populi che siano), fa parte del bagaglio democratico con cui si affronta il viaggio in istituzioni altrettanto democratiche, altrimenti ci si incammina per altre forme di organizzazione statale e giuridica.
La sentenza di Milano, inoltre, e' preoccupante non solo per Forattini (su cui e' bene ricordare che c'e' la mannaia di risarcimento miliardario che potrebbe cascargli in testa grazie all'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema che si e' sentito diffamato per una vignetta in cui lo si ritraeva mentre sbianchettava una lista del dossier Mitrokin), ma per tutta l'informazione, di cui la satira -come gli elzeviri- sono la punta di diamante, la cui irregimentazione nel blocco dei poteri significa affermare la validita' e l'importanza sociale della censura.
 
 
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