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FIRENZE: DOPO IL "PORTO D'ARMI" IL "PORTO DI BOTTIGLIA"?
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Comunicato 
18 giugno 2001 0:00
 



Firenze, 18 Giugno 2001. Sara' deciso oggi che da domani in varie parti della citta' ad alcuni orari, sara' vietata la vendita di bibite in bottiglia di vetro da asporto. L'intento e' apparentemente nobile, perche' tende a evitare che le stesse possano essere utilizzate come arma e, frantumate, infestino le strade dopo alcune bravate notturne.
Ma a nostro avviso, oltre alla mascella dura e forte dell'autorita' che dovrebbe farsi valere con norme e divieti, si tratta di un provvedimento inutile e penalizzante.
Inutile perche' esiste gia' un divieto (con tanto di sanzioni) rispetto ai rifiuti buttati per strada, per cui, coprendosi solo di ridicolo, considerato il pericolo per la comunita' rispetto al rifiuto, di volta in volta dovrebbero essere emanati provvedimenti per ogni tipologia ….. fino ai rifiuti nucleari? Non e' inquinante e incivile il rifiuto in se'? Per l'amministrazione fiorentina sembra di no. E infatti, grazie a questa scala di valori dei rifiuti, sta di fatto che in alcuni momenti difficili (dove invece dovrebbe maggiormente valere l'autorita' e il servizio pubblico) i rifiuti siano abbandonati a maleodorare questo o quell'altro angolo urbano (i cassonetti strapieni sono solo la punta di un iceberg).
Penalizzante per due aspetti: manda a ramengo anni e anni di politiche a favore del vetro (da recuperare, grazie anche, in teoria, alle campane per la raccolta che ci sono in vari punti) contro carta e plastica, facendo passare quest'ultima dall'inferno all'altare, della sicurezza; contribuisce a chiudere la citta' in alcune (sempre le solite) ore a qualunque attivita' che si possa definire "normale", come per esempio l'acquisto di una bottiglia da portare a casa come al giardinetto (magari con tanto di cestino per la raccolta differenziata accanto). O forse il Comune, per questo, come gia' il "porto d'armi", ha previsto una sorta di "porto di bottiglia" … potrebbe essere un'idea, perche', oltre ad avere un elenco dei presunti utilizzatori delle bottiglie in modo improprio, si potrebbe estorcere anche una tassa per la concessione. Gli amministratori fiorentini, probabilmente, nel pensare a questo provvedimento, non hanno fatto mente locale al fatto che un qualunque delinquente, come non si preoccupa di avere il porto d'armi per brandire una pistola e farne un uso a lui funzionale, altrettanto farebbe nei confronti di una bottiglia di birra o di CocaCola. Ma i nostri sono discorsi logici senza lustrini, quindi probabilmente poco interessanti per chi, come in questo caso, e' piu' attento al clamore mascellare del provvedimento che non alla soluzione del problema in se'. Pensare che l'ordine pubblico sia solo un fatto di divieti e, come nel nostro caso, di quantita' degli stessi, e' solo una illusione. Magari facendola viaggiare da una zona all'altra della citta' grazie alla politica delle isole felici. Le soluzioni non sono dietro l'angolo, perche' sono legate all'educazione civica, all'informazione dell'amministrazione verso i cittadini e alla politica dei servizi, ma non ci sembra che questi provvedimenti tampone possano facilitare un percorso in questa direzione. Anzi.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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