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LEGGE SULL'EDITORIA E INFORMAZIONE IN INTERNET
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Comunicato 
8 aprile 2001 0:00
 


IL PERICOLO LIBERTICIDA COINVOLGE LA RETE, MA VIENE DA MOLTO LONTANO.
COME E PERCHE' L'ADUC ADERISCE ALL'INIZIATIVA.

Firenze, 8 Aprile 2001. C'e' mobilitazione in alcune migliaia di siti Internet dopo che e' stato scoperto che la legge sull'editoria varata dal Senato a ridosso dello scioglimento dello stesso, ha "esteso" all'informazione online la legge sulla stampa, dove si prevede che per informare occorre avere un direttore responsabile iscritto all'Ordine dei giornalisti.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Meglio tardi che mai, perche' l'estensione della nuova legge e' del tipo "pleonastico", in quanto gia' in precedenza -magari dopo l'impugnazione da parte di un giudice- un qualunque sito Internet che faceva informazione, sarebbe stato obbligato a rispettare quella legge che -e' bene ricordarlo- gli italiani che votarono nel giugno '97 hanno bocciato con un referendum, che non ha avuto effetti perche' non votato dal 50,1% degli aventi diritto (regola che ne inficia il valoresolo in Italia, ma non in tutti gli altri Paesi del mondo dove si votano referendum, come Svizzera e Usa).
La legge sull'editoria -che e' stata votata da maggioranza e opposizione- ha come scopo principale la spartizione dei soldi dello Stato alle imprese editoriali (per capire: cio' che consente a quotidiani tipo "La voce repubblicana", "il popolo", "linea" e tanti altri, di esistere pur in assenza di lettori e veri contratti pubblicitari). Inoltre ha stabilito il concetto di quel tetto massimo di sconto sui libri, che la specifica commissione ha poi fissato nel 15% (operazione che abbiamo denunciato come foriera dell'aumento dei prezzi e di assassinio del mercato).
L'estensione del concetto di prodotto editoriale al mezzo informatico, e' passato in secondo piano, perche' altrimenti non avrebbe potuto essere, vista la legge sulla stampa che gia' ordinava la materia.
Per questo, a nostro avviso, la mobilitazione che vede in prima linea il quotidiano online "Punto Informatico" (che e' una testata registrata ai sensi della legge sulla stampa), ci sembra che non indirizzi le sue energie verso il cuore del problema, ma lo sfiori in quella divagazione burocratica e di complicanza legislativa che e' la legge sull'editoria nello specifico argomento.
Ben venga, pero'! E non a caso l'Aduc e' stata tra i primi ad aderirvi, e sul proprio portale invita i visitatori a firmare la specifica petizione. Ben venga perche' e' comunque occasione per far conoscere a piu' persone la situazione normativa e legislativa italiana. Ma bisogna fare attenzione a non trasformarla in una sacca di privilegio: oltre al fatto che girano in rete richieste di esenzione per chi fa informazione no-profit (memore dell'apostolico concetto che dove c'e' lucro -essendo il denaro sporco- i diritti di liberta' contano meno?), il pericolo maggiore e' che si proceda con la semplice richiesta di abrogazione della norma della legge sull'editoria, tralasciando il macigno della legge sulla stampa che ne e' all'origine, e magari accontentandosi delle promesse elettorali dell'attuale sottosegretario all'editoria Vannino Chiti: palestrato in un arzigogolio normativo che vorrebbe distinguere tra chi produce informazione e chi la ricicla da altre fonti (distinzione, a nostro avviso, ardua da mettere in pratica), e quindi tra dilettanti e professionisti, con la promessa di fare regolamenti attuativi dove tutto sara' possibile in deroga, con altrettanti controllori che assurgeranno a padroni della liberta' di informazione.
Per finire ricordiamo che a differenza di quanto alcuni media continuano a diffondere, con il reato di stampa clandestina non si commette un illecito penale, ma -dal dicembre del 1999- un illecito amministrativo: lo ha sperimentato lo scrivente che, proprio per denunciare la norma liberticida che impone il direttore responsabile iscritto all'Ordine dei giornalisti aveva disobbedito civilmente con la diffusione di un giornale con direttore non iscritto all'Ordine, e si e' visto fare qualche udienza nell'allora Pretura, per poi vedere tutto bloccato per il trasferimento di competenze all'autorita' amministrativa, da cui sta ancora aspettando il verbale della sanzione, a cui, ovviamente, fara' opposizione nelle sedi opportune.
 
 
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