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MONOPOLIO ETERNO DEI SERVIZI
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Comunicato 
8 marzo 2001 0:00
 


LE AZIENDE DI STATO GAREGGIANO DA SOLE PER AGGIUDICARSI UN APPALTO DELLO STATO, CON IL CONTROLLO DELLO STATO: SUCCEDE PER I CARBURANTI DELLE AUTO BLU. L'ADUC CHIEDE L'INTERVENTO DELL'ANTITRUST.

Firenze, 8 Marzo 2001. L'AgipPetroli ha vinto la gara d'appalto per la fornitura di carburante alle auto blu dello Stato: un incasso di 800 miliardi netti (di Iva e tasse) ogni anno. Non e' una novita', ma solo il rinnovo di un servizio che l'azienda di Stato gia' svolgeva negli anni passati.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Il fatto stesso che in piena epoca di privatizzazione e liberalizzazione, un'azienda di Stato vinca un appalto per un servizio allo stesso Stato, e' anomalo. Niente di che stupirsi, per carita', non c'e' solitudine in materia: l'assalto alle Genco dell'Enel (pur con le limitazioni di capitale pubblico che sono rimaste) e' notizia quotidiana.
Ma nel nostro caso la situazione e' ancora piu' paradossale da un punto di vista di economia di mercato, e sintomatica della via italiana in materia. Nella gara indetta dal ministero del Tesoro e' stata fatta una prima scrematura e sono rimaste: AgipPetroli, Esso Italia e Tamoil, dove le ultime due aziende sono controllate dalla prima. Cioe' una gara in famiglia tra Tesoro ed Eni (proprietaria di AgipPetroli), il primo nelle funzioni di padre/garante e il secondo in quella di famigliare che deve conquistare la fiducia. Va bene che l'Italia e' il Paese dove grande industria e' sinonimo di saga familiare (ma almeno in questo caso -per esempio con la famiglia Agnelli- significa perdite pubbliche e profitti privati, quindi la situazione e' un po' "mossa")), pero' nel nostro caso e' tutto strettamente sotto il controllo del controllato: roba da far sembrare liberali le politiche economiche pianificate dell'Urss nella Siberia degli anni '50.
Sicuramente la gara e' stata fatta rispettando tutti i crismi, assegnando l'appalto a chi ha fatto l'offerta piu' bassa, ma cio' nulla toglie alle caratteristiche dei partecipanti e al legittimo dubbio che si tratti di tutto tranne che offerta di mercato: per essere tale, ci vorrebbero quantomeno due attori, pur con gli altrettanti legittimi timori di duopolio.
Il dubbio che un business cosi' interessante (800 miliardi di lire puliti e garantiti all'anno, non e' roba da poco) poteva essere aggiudicato con ancor minore spesa da parte dello Stato, e' piu' che scontato, anzi e' di dovere, proprio perche' si tratta di soldi di tutti i contribuenti, in un settore -le auto blu- che non e' certamente scevro da sprechi e abusi.
Per queste ragioni abbiamo interpellato l'Autorita' Antitrust: sono state rispettate tutte le regole e le norme della legge su cui l'Autorita' e' chiamata a vigilare: intese restrittive della concorrenza, abuso di posizione dominante, operazione di concentrazione? Noi abbiamo qualche dubbio.
 
 
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