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MUCCA PAZZA, CARNE BIOLOGICA E FURBIZIE LEGISLATIVE.
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Comunicato 
26 febbraio 2001 0:00
 



Roma, 26 febbraio 2001. La mucca pazza "biologica" scovata nel tarantino ha sollevato moltisimi interrogativi da parte dei consumatori, che hanno affollato il nostro sito: ci possiamo fidare della carne biologica? Come e' possibile che una azienda agricola biologica abbia un allevamento tradizionale? Partiamo dalla constatazione -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- che di sicuro non c'e' nulla e che possiamo solo diminuire la percentuale di rischio di un prodotto. Le produzioni biologiche, animali e vegetali, vanno in questa direzione ma i nostri legislatori, nazionali ed europei, sembra che facciano di tutto per assestare colpi bassi alla credibilita' della produzione biologica o di qualita'. Caso esemplare e' il divieto di etichettare l'olio di oliva del nostro paese come "italiano", cioe' prodotto e non solo imbottigliato in Italia. Dovrebbe essere "naturale" in una azienda agricola biologica allevare biologicamente anche gli animali, ma la legge consente invece di tenere distinte le autorizzazioni per l'allevamento tradizionale e per la coltivazione biologica, cosi' entrambe possono coesistere. Un controsenso, ovviamente, cosi' come priva di motivazione e' la norma che consente di allevare nella stessa azienda animali "biologici" e non, almeno fino al 2005. Ci vuol poco a trasferire mangimi all'antibiotico da una stalla tradizionale ad una biologica, da una mangiatoia all'altra. Cosi' crolla la fiducia del consumatore, grazie alle furbizie legislative dei nostri rappresentanti e agli interessi dei produttori.
Noi proseguiamo con la nostra campagna: non mangiare carne bovina.
 
 
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