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POLITICHE
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Comunicato 
12 giugno 2001 0:00
 

SULLE DROGHE E NUOVO GOVERNO
SE SI VA VERSO QUELLO CHE DICE IL SOTTOSEGRETARIO SESTINI, SI PARTE MALE E SI CANCELLANO TUTTI GLI SFORZI POSITIVI FATTI FINO AD OGGI, IN ARMONIA CON ALTRI PARTNER EUROPEI.

Firenze, 12 Giugno 2001. Non ci sentiremmo di chiedere ai nuovi responsabili di Governo di condividere cio' che l'ex-ministro della Sanita', Umberto Veronesi, ha piu' volte dichiarato relativamente alle politiche sulle droghe, anche perche', a parte isolati e sporadici esponenti (come il ministro della Difesa Antonio Martino), in materia non abbiamo quasi mai sentito prese di posizione che rimettessero in discussione il metodo seguito fino ad oggi, nonostante lo stesso sia stato foriero di peggioramento della situazione.
Cosi' il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ma oggi abbiamo ascoltato cose che ci fanno molto preoccupare, perche' rimetterebbero in discussione una tendenza generale che, invece, si sta affermando a livello europeo: le politiche di riduzione del danno. Il neo-sottosegretario al ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, Grazia Sestini, in un'intervista radiofonica a radio radicale ha candidamente asserito di essere contraria a questa politica, perche' obiettivo del Governo sarebbe non la riduzione, ma l'eliminazione del danno, cancellando il consumo delle droghe.
Sentirlo dire in quel modo, da una persona cosi' autorevole, dopo che in Spagna, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, le politiche di riduzione del danno stanno dando buoni risultati e, proprio per questo, hanno dimostrato che non e' con l'approccio ideologico del bene e del male che si puo' affrontare positivamente il problema, e' quantomeno frustrante del grande sforzo fatto da tutti per arrivare dove siamo. Inoltre … cancellare il consumo delle droghe, ci sembra alquanto utopistico, oltre che fantasioso.
Forse il neo-sottosegretario e' poco informata e, invece di rispondere da persona di un Governo che si appresta ad affrontare le sfide della nuova Europa, ha dato fiato alle sue riserve culturali e ideologiche in materia. Ce lo auguriamo, altrimenti sarebbe proprio una cattiva partenza. Noi non sappiamo cosa sia bene e cosa sia male, ma sappiamo che esistono delle persone malate, i tossicodipendenti, e che per questo vanno curate, e chiudere ideologicamente all'unico metodo che fino ad oggi abbia dato risultati (ai diretti interessati e a chi, la societa' tutta, ne e' investita con risvolti economici, sanitari, di giustizia e di ordine pubblico), ci sembra quantomeno azzardato.
 
 
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