L'ETICHETTA CHE NON C'E'. CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

Roma, 28 Febbraio 2001. I consumatori potranno mangiare pollo, tacchini e capponi ruspanti. Se li troveranno! Dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc, visto che non c'e' obbligo per gli allevatori di indicare le modalita' di allevamento. Una presa in giro per i consumatori, che vorrebbero acquistare un pollo ruspante ma che devono accontentarsi delle assicurazioni del proprio macellaio. Insomma la vicenda della mucca pazza non ha insegnato nulla. Con un decreto ministeriale (*) sono state definite le modalita' di allevamento e di alimentazione dei volatili. Modalita' che non sono obbligatorie per cui l'etichetta puo' non riportarle. La classificazione prevede l'allevamento:
1) estensivo al coperto (12 polli per metro quadrato, 2 kg circa di peso, 56 giorni di allevamento);
2) all'aperto (13 polli per metro quadrato al coperto, con accesso all'aperto in spazi di un metro quadrato, 2 kg circa di peso, 56 giorni di allevamento);
3) rurale all'aperto (12 polli per metro quadrato al coperto, con accesso all'aperto in spazi di 2 metri quadrati, 2 kg circa di peso, 81 giorni di allevamento);
4) rurale in liberta' (come il rurale all'aperto con accesso a spazi illimitati).
Il consumatore che desidera mangiare un pollo che somigli al ruspante dovra' sceglierne uno che nell'etichetta riporti "rurale in liberta'", sempre che lo trovi.
Anche il tipo di alimentazione potra' essere riportato sull'etichetta, per esempio con l'indicazione: "alimentato con il 75% di mais e il 25% di foraggi verdi", che e' la migliore alimentazione per carni di qualita'.
Certo e' che la classificazione degli animali non e' delle piu' chiare perche' la dizione "rurale in liberta'" e "rurale all'aperto" sara' recepita con difficolta' dal consumatore e dara' spazio ai furbi che venderanno il prodotto giocando sulle parole "rurale" e "all'aperto".
(*)Decreto ministeriale n. 465 del 10.9.1999, pubblicato sulla Gazzetta Ufficale n. 291 del 13.12.1999.