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PUBBLICITA' ALCOLICI
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Comunicato 
6 marzo 2001 0:00
 


L'IPOCRISIA CHE VORREBBE FARSI LEGGE SENZA MODIFICARE NULLA

Firenze, 6 Marzo 2001. In questo Parlamento di fine legislatura, si distingue anche la discussione in sede deliberante nella commissione Sanita' del Senato sul disegno "legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati", che e' il testo unico gia' approvato alla Camera dei Deputati e che, nello sprint emergenziale di fine legislatura, l'attuale Parlamento vorrebbe annoverare tra le perle ben fatte della sua attivita'.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Noi invece speriamo che non si arrivi a conclusione e che, il prossimo Parlamento, affronti il problema con la dignita' e le cognizioni che gli competono. Infatti questo disegno di legge, quando si occupa di pubblicita' degli alcolici, risente di un'approssimazione che proprio non si dovrebbe addire vista l'importanza di cio' che si intende normare. Si intuisce l'evidente imbarazzo del legislatore nel dover mettere mano ad un consumo, quello degli alcolici (soprattutto vino), la cui limitazione significherebbe mettere in crisi uno dei prodotti nazionali piu' tipici, con tutte le conseguenze economiche e di immagine che ne deriverebbero.
Per levarsi da questo imbarazzo, invece di scegliere la strada dell'informazione (etichette ed esterna) e la conseguente libera scelta di ognuno di regolarsi come crede, ha dato vita ad un ibrido pieno di contraddizioni e apparentemente redatto da chi e' ancora convinto che i ragazzi vedono la tv il pomeriggio o che vadano a letto dopo Carosello.
Infatti si vieta la pubblicita' radiotelevisiva dei superalcolici (oltre i 21 gradi) nella fascia oraria dalle 16 alle 19. A parte il fatto che si lascia la pubblicita' per gli alcolici fino a 21 gradi (potere dell'industria del vino … vuole vendere anche ai ragazzini?), ci si dimentica che, per esempio, quando le scuole sono chiuse, la fascia oraria 16/19 e' decisamente aleatoria per individuarla come prescelta dai minori, e senza considerare che le 19, anche a scuole aperte, sono forse un orario che va bene per chi ha meno di 12/13 anni, ma i teenagers (che sarebbero anche quelli piu' tentati verso il consumo, che non i ragazzini) sicuramente vedono la tv e ascoltano la radio in orari ben oltre queste fasce.
E che dire poi della pubblicita' diretta o indiretta di tutti gli alcolici nei luoghi frequentati prevalentemente dai minori? Un vecchio film western in cui John Wayne chiede un cicchetto al saloon, per non essere vietato ai minori di 18 anni dovra' essere tradotto con "una gassosa con fettina di limone"? Speriamo che non se accorgano alla Commissione censura del ministero dei Beni Culturali, altrimenti chissa' che stragi di film faranno per la prossima stagione cinematografica. Oppure il personaggio di un film (in cui spesso lo spettatore si identifica, a maggior ragione se e' un "debole" minore) che beve un martini non e' pubblicita' indiretta?
Un'altra perlina e' all'art.14 (vendita di bevande superalcoliche sulle autostrade): vietata al banco dalle 22 alle 6! Quelle alcoliche (il solito vino) invece si'! Ma il tasso alcolemico che ci viene rilevato come pericoloso per la guida, non va oltre il consentito dopo aver bevuto anche una birra leggera? Inoltre e' evidente che, chi avra' bisogno di bere, non fara' caso al divieto al banco, perche' si comprera' un'intera bottiglia dal minimarket dell'autogrill.
Insomma, disposizioni legislative che sono la fiera dell'ipocrisia e del lavaggio della coscienza senza minimamente sfiorare il problema, foss'anche in termini proibizionisti: cioe' vorrebbero proibire, ma non hanno il coraggio civico di farlo e, in nome dell'urgenza, vorrebbero fare norme che applicate (quelle che possono esserlo) non servirebbero a nulla.
Auspichiamo che i parlamentari coinvolti impediscano questo scippo di intelligenza e di civilta'.
 
 
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