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RIFORMA RC-AUTO
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Comunicato 
14 giugno 2001 0:00
 


LA BUONA VOLONTA' DELL'ISVAP E DEL MINISTRO MARZANO SI SCONTRA CON PROPOSTE MINIMALI E LA DICHIARAZIONE DI GUERRA DELL'ANIA.
MA SIAMO SICURI CHE L'RC-AUTO DEBBA CONTINUARE AD ESSERE OBBLIGATORIA?

Firenze, 14 Giugno 2001. L'Isvap, attraverso il suo presidente Giovanni Manghetti, ha puntualizzato dove bisognerebbe metter mano per una riforma delle polizze rc-auto, in particolare in ambito fiscale, dove auspica una riduzione dall'attuale 12,5 all'8%, che e' la media europea. Il ministro della Attivita' Produttive, Antonio Marzano, auspicando una moratoria volontaria delle assicurazioni, e parlando di interventi strutturali che non siano un tappo che non risolvano il problema, ha detto di condividere in pieno il progetto di intervento dell'Isvap.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ci appassiona la decisa affermazione del neo-ministro Antonio Marzano, quando fa intendere di voler evitare la politica del rinvio che i passati governi avevano sempre utilizzato, facendosi anche comminare un richiamo dall'Ue per il blocco delle tariffe. Ma non riusciamo proprio a capire dove, al di la' delle buone intenzioni di facciata, si voglia andare quando si parla di riduzione fiscale dal 12,5 all'8%, perche' ci risulta che il carico fiscale complessivo sia del 27 e non del 12,5% (che e' solo l'imposta a cui bisogna aggiungere il 10,5% di contributo al servizio sanitario nazionale, e il 4% per il fondo di garanzia per le vittime della strada). Il presidente dell'Isvap ha ricordato quella che lui chiama anomalia del 4%, auspicando una riflessione, ma non ci sembra sia andato oltre. Noi ci siamo sempre domandati perche' deve essere versato il 10,5% come ulteriore contributo al servizio sanitario che gia' viene pagato per altre strade da tutti i contribuenti, ed e' proprio su questo che sarebbe opportuno intervenire, piuttosto che su quel 4% che, tutelando le vittime da inganni di finte assicurazioni o colpevoli che scappano, ci sembra l'unica componente fiscale che abbia un senso. Inoltre, perche' si deve pagare un'imposta su qualcosa che e' un obbligo? E ammesso che qualcuno ci convince di questa imposta, perche' la stessa non deve essere deducibile come avviene per altri rami assicurativi?
Auspicheremmo che il ministro Marzano si ponga queste nostre stesse domande, perche', altrimenti, la strutturalita' dei suoi interventi, proprio non la vediamo. Anche perche', se fa affidamento sulla disponibilita' delle assicurazioni ad una moratoria volontaria, il presidente dell'Ania, Alfonso Desiata, rispondendogli -come ha gia' fatto- che ogni azienda fara' come crede, gli ha gia' consegnato una dichiarazione di guerra: risposta che riteniamo molto significativa da parte di chi, quando si e' trattato di fare quel cartello per cui le compagnie sono state multate dall'Antitrust per 700 miliardi, e' stato molto solerte e bravo a trovare un'unica voce e un'unica iniziativa, ma non altrettanto in questo caso.
A nostro avviso cio' significa che l'Ania sara' disponibile non tanto a risolvere la questione, ma solo ed esclusivamente a guardare ai suoi interessi pur se stridenti con quelli dei consumatori: una situazione in cui l'unica risposta sarebbe levargli la "gallina dalle uova d'oro" (l'obbligo di rc-auto). Ma arrivera' ad una cosi' semplice lungimiranza il nostro nuovo ministro?
 
 
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