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TOSSICODIPENDENTI MALATI E NON
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Comunicato 
30 agosto 1999 0:00
 
DELINQUENTI?
PASSARE AI FATTI, ALTRIMENTI E' SOLO ACCADEMIA.

Firenze, 30 Agosto 1999. Il pubblico ministero Alberto Nobili sostiene che occorre la somministrazione controllata di eroina per i tossicodipendenti e la legalizzazione delle cosiddette droghe leggere.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Non possiamo non essere d'accordo con il magistrato milanese, per gli innegabili sviluppi positivi che si avrebbero in campo di diritti sanitari e ordine pubblico: tossicodipendenti trattati come bisognosi di cure e che -non dovendo piu' delinquere per procurarsi la droga- leverebbero tanti disagi, danni e drammi causati dal loro comportamento a cittadini, polizia, giustizia e carceri.
Altrettanto valga per le cosiddette droghe leggere, diffuse ovunque, preambolo delle droghe pesanti solo perche' spesso il mercato e' lo stesso e lo spacciatore tende a vendere il prodotto piu' caro e che, dando dipendenza, gli procurerebbe guadagni piu' stabili. Ma sanitariamente innocue, e nocive solo allo Stato che mobilita' i suoi corpi di sicurezza per rincorrere coltivatori fai-da-te e giovani che non fanno alcun danno.
Una legalizzazione, quindi, che darebbe vantaggi a tutti: utenti, consumatori, contribuenti, cittadini, Stato. Ma che si blocca di fronte a tabu' fatti di non-informazione e mancanza di confronti sereni e non sloganistici.
Non e' un caso, infatti, che in Svizzera gli esperimenti di distribuzione controllata di eroina stiano dando buoni risultati per lo Stato e per i malati: in quel Paese si e' abituati ad essere piu' pragmatici che grandi parlatori. Ed e' qui il problema. Come passare ai fatti, evitando di limitarsi all'accademia dei pro e contro? Il Parlamento sembra sia immobile, cosi' come tutti quelli che a piu' riprese si pronunciano a favore di queste soluzioni (tra cui c'e' anche il presidente del Consiglio dei ministri). E soprattutto, come potrebbe farlo un magistrato, senza sconfinare dai suoi poteri e stravolgere la funzione di garante della giustizia? Semplicemente facendo il suo lavoro, applicando le leggi cosi' come sono. Le leggi italiane vietano o sanzionano i comportamenti legati al consumo di tutte le droghe, ma sono leggi poco applicate rispetto all'entita' del fenomeno, garantendo cosi' un certo quieto vivere -nonostante la maggiorparte delle persone in carcere ci stanno per questioni relative alla droga. Un modo per cui il rapporto distorto tra legge e vita quotidiana non e' colto in tutta la sua drammaticita', ma tollerato e accettato finche' ogni tanto esplode e diventa accademia fra i pro e contro.
Quello che suggeriamo al pubblico ministero Alberto Nobili, e' di dare il suo contributo di operatore della giustizia a far conoscere cosa sono le leggi in materia, perche' poi il
 
 
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