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Consumi, diritti e liberta': il secolo buio?
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Editoriale di Vincenzo Donvito
15 aprile 2009 0:00
 
Dimmi cosa mangi e ti diro' come te la caverai nei prossimi tempi con la salute.
Dimmi cosa compri e ti diro' com'e' il tuo stato patrimoniale e come sta l'economia in generale.
Dimmi sulla qualita' dei servizi di pubblica utilita' di cui fruisci e ti diro' sempre come sta l'economia.
Dimmi cosa e quanto leggi, vedi e ascolti, e ti diro' sul tuo stato dell'informazione.
Dimmi sulle emergenze, o presunte tali, e ti diro' se vivi o sopravvivi.

Anno 2009. Il secolo buio?
La frutta e verdura in un supermercato della cosiddetta grande distribuzione organizzata: mediamente schifose, con buona presentazione ma scarso gusto e profumo. Il pesce che se fosse tutto pescato in mare come dicono, gli allevamenti sarebbero invenzione di un buontempone. Le etichette, quando sono previste in modo esplicativo, a leggerle ci vuole una laurea in biochimica e lenti di ingrandimento. Il ristorante o il bar spesso fanno a cazzotti con semplicita' e qualita'. Certo, puoi scegliere qualita' e certezze maggiori scegliendo i posti che piu' si confanno alle tue esigenze, ma tutto costa di piu'. La tua salute e' quindi commisurata al tuo stato patrimoniale e all'importanza che tu dai all'alimentazione.

Sembra che non si arrivi a fine mese con il trend di acquisti a cui ci siamo abituati negli anni passati. Ammesso che questo trend fosse una libera scelta e non indotto dal mercato pubblicitario e dalle relative mode, qualcosa non funziona, nonostante il Governo ogni giorno ci voglia far credere il contrario.

Se fai un contratto del telefono o di una televisione, sei certo che avrai un mezzo di comunicazione/informazione, ma cosa dica questo contratto, quali siano i tuoi diritti, quali i metodi di rivalsa e garanzia per i tuoi diritti, e' quanto di piu' provvisorio e aleatorio si possa immaginare. Il massimo che tu possa sperare e' di doverti affidare alla giustizia per aver ragione su questioni di valore di qualche decina di euro. E per la luce? Il solco tracciato e sempre piu' profondo dei gestori della comunicazione sta facendo emuli anche in questo settore cosiddetto liberalizzato (ma di fatto solo privatizzato per garantire piu' guadagni ai gestori sempre sulla pelle degli utenti).

La tv di Stato dilaga: tranne le scarse private regionali e piccoli circuiti nazionali insignificanti dal punto di vista della ricezione e diffusione, in un Paese in cui Governo e Stato sempre piu' si identificano, anche la tv diventa di Governo: Raiset. E la stampa, sempre con piccole eccezioni, si allinea: una palestra di rampanti giornalisti dediti all'esaltazione del potente potere (di governo o meno che questo sia) o a raccontare storie frutto quasi esclusivo delle proprie paranoie (i cani cattivi ed ammazza-bambini...). I libri? Bestseller che sono tali prima di essere scritti e premi letterari come trampolino ed esercizio del proprio potere (Grinzane Cavour come punta di un iceberg?).

Terremoto, terremoto e terremoto. Ovunque e cannibalismo diffuso contro la trasmissione Annozero di Santoro (ma perche' non lo denunciano alla magistratura se ha detto delle falsita'?) che ha messo qualche "pulce nell'orecchio" su una protezione civile generosa ma su cui fare qualche domanda non dovrebbe essere delitto di lesa maesta'. Emergenza in Abruzzo? Ma un mese fa, perche' non era altrettanta emergenza? E dove prendiamo i soldi per gestire il malessere e il disastro che e' stato invece creato ad arte da parte di chi guadagna su ignoranza e poverta' di mezzi e di cultura? La legge lo prevede: contro le calamita' naturali c'e' l'8 per mille allo Stato (1).... ma non si tocca, perche' e' una scelta finta solo per meglio giustificare il quasi 100% che viene devoluto alla Chiesa vaticana in barba al fatto che ad indicare questa destinazione sia poco meno del 40%. Cioe'... e' una legge finta. Cosi' come finte sono le leggi che dovrebbero essere rispettate per costruire edifici pubblici e privati che non crollino al primo singhiozzo del Pianeta Terra. Finzione diffusa che esonda nel malaffare e di fronte alla quale si preparano altrettante finzioni di rimedi: scetticismo che in questo periodo viene giudicato sfascista rispetto alla necessita' di una forte unita' nazionale per la salvezza delle vite umane... ma non siamo noi che proponiamo di levare i soldi da altre parti (5 per mille e non solo) e di non utilizzare le leggi che dicono esplicitamente come usare certi soldi che non rappresenterebbero un centesimo in piu' di quanto viene sborsato. Ma la Conferenza episcopale italiana (il braccio politico del Vaticano nel Belpaese) fa sapere che loro con quell'8 per mille sicuramente devolveranno parte per il terremoto... e' normale che lo Stato dia al Vaticano perche' questo dia alla ricostruzione del territorio italiano? Per qualcuno e' normale, non per tutti. E se non c'e' un normale di tutti, intorno al quale si adagino altri normali garantiti nella loro esistenza, c'e' qualcosa che non funziona.

Ma cosa succede?
Credo che abbiamo sbagliato credendo che il nostro modo di pensare fosse quello diffuso. Abbiamo "peccato" di presunzione: abbiamo creduto che il nostro essere liberi e per il bene comune e diffuso, per i diritti ad ognuno che' ne facesse il miglior uso possibile secondo se stesso, potesse essere da scuola e da pratica di vita. Abbiamo sopravvalutato i nostri clerici avversari (non importa se con la tonaca religiosa o meno) che, invece di essere in se stessi con le loro liberta' e la loro fede, non hanno mai smesso di evangelizzare con metodi che -se le Crociate sono fuori moda- hanno di diverso solo i cavalli e le alabarde. Lo spazio che abbiamo creato e alimentato anche per loro, erodeva il nostro: e invece di diverse liberta' che marciano nel loro spazio riconoscendo un ulteriore spazio comune d'azione e di intenti, l'affermazione delle loro liberta' erodeva la nostra, soffocandoci. In economia, in cultura, in religione, in socialita'. Istituzionalmente valga per tutti la vicenda del testamento biologico in Senato. Ora c'e' il terremoto. Domani ci sara' il dopo-terremoto, nella sua valenza economica ed istituzionale?

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