In questo articolo introduciamo una distinzione semantica utile per prendere decisioni in materia di investimenti finanziari: la distinzione fra strategia d’investimento finanziario e piano d’investimento finanziario. Tutte le distinzioni terminologiche sono in qualche modo discutibili, la lingua è una cosa “viva” ed il significato delle parole è dato dal loro utilizzo prevalente. Le distinzioni semantiche sono spesso utilizzate nel campo della formazione per far emergere dei concetti che precedentemente erano assenti o sfumati nella mente di colui che fruisce di quelle informazioni. E’ in questa logica che intendo tracciare una demarcazione abbastanza forte fra il termine “strategia” e “piano” d’investimento finanziario.
STRATEGIE D’INVESTIMENTO FINANZIARIO
Il termine
strategia nasce prevalentemente in campo militare (lo Stratega era colui che aveva il comando delle forze militari) ma in campo statistico e nella teoria dei giochi indica “
un gruppo di regole generali di condotta le quali, prevedendo i possibili sviluppi di certe situazioni (per es., le successive mosse dell’avversario), stabiliscono quali linee di azione si debbano seguire per il conseguimento di determinati obiettivi”.
In finanza, generalmente, per strategie d’investimento di intendono una serie di regole, ispirate da una serie di opinioni o credenze sulle cause che fanno muovere i prezzi delle attività finanziarie, che determinano: cosa comprare e vendere e come, cioè in quale quantità e quando farlo. Ci sono decine e decine di strategie finanziarie diverse e già questo fa capire che nessuna è perfetta. Tutte hanno hanno pregi e difetti, momenti nei quali funzionano di più e momenti nei quali soffrono particolarmente. Tipicamente, tutte le strategie finanziarie hanno una caratteristica comune.
L’obiettivo di fondo può essere declinato in modo leggermente diverso, ma, di fatto, è sempre lo stesso:
massimizzare il rendimento atteso nell’arco temporale definito contenendo le oscillazioni di portafoglio entro un certo limite. Così come ogni strategia militare, di fatto, ha sempre l’obiettivo di vincere la guerra, le strategie d’investimento finanziario danno per scontato che l’unica ragione per la quale si investe è massimizzare il rendimento atteso dell’investimento. Per chi intenda approfondire il tema delle strategie d’investimento consiglio caldamente il libro del grandissimo Aswath Damodaran “Investment Philosophies: Successful Strategies and the Investors Who Made Them Work” un libro che dovrebbe essere obbligatoriamente letto da chiunque pretenda di occuparsi professionalmente di finanza.
PIANI D’INVESTIMENTO FINANZIARIO
Il termine “piano”, in Italiano, ha moltissimi significati applicati in campi molto diversi. Qui ci riferiamo al concetto espresso dalla seguente definizione del vocabolario Treccani: “
Complesso di indicazioni, ordinatamente elaborate e prefissate nella loro successione, per lo più (ma non necessariamente) in un documento scritto, secondo le quali si intende predisporre e regolare lo svolgimento di un’azione, di un’attività o di una serie di attività, di un’impresa”.
Il concetto di piano è più ampio e generale di quello di strategia. E’ più assimilabile al concetto di “progetto”, sebbene il termine “piano” enfatizzi maggiormente, rispetto a progetto, il concetto di sviluppo di una
successione di azioni molto bene definite.
Sebbene non esistano definizioni univocamente riconosciute di “piano d’investimento” riteniamo molto utile distinguerli nel seguente modo. Sia una strategia che un piano d’investimento sono un insieme di regole per definire quali strumenti finanziari comprare e vendere (il cosa), quanto e quando comprare e vendere (il come). Ciò che cambia è la finalità, ovvero il perché si scelgono determinate regole.
Le strategie d’investimento sono tentativi di sfruttare le inefficienze dei mercati finanziari per avere un rapporto rischio/rendimento migliore di quello espresso dalla media del mercato. I piani d’investimento, nella nostra accezione, sono tentativi di governare l’incertezza dei mercati al fine di raggiungere, in qualunque scenario ragionevolmente ipotizzabile, gli
obiettivi di vita collegati ad esigenze finanziarie. I piani sono guidati essenzialmente dalla vita dell’investitore, le strategie sono guidate essenzialmente dall’evoluzione dei mercati finanziari.
Costruiamo ed applichiamo
strategie per tentare di fare più soldi attraverso i mercati finanziari, mentre costruiamo e applichiamo
piani per vivere serenamente e raggiungere i nostri obiettivi di vita qualunque siano gli andamenti futuri dei mercati finanziari.
I piani possono utilizzare delle strategie (o comunque dei concetti che stanno anche alla base delle strategie). Allo stesso tempo la scelta delle strategie implica delle valutazioni di carattere soggettivo sulle preferenze dell’investitore che possono essere utili anche per precisare meglio gli obiettivi finanziari alla base dei piani.
Quindi, si tratta di due concetti simili, ma che hanno un focus abbastanza diverso.
TEMPO ED OBIETTIVI FINANZIARI
In ultima analisi, investire significa traslare nel tempo il momento in cui si spenderà una parte del proprio denaro destinando, nel frattempo, il denaro non speso ad attività che possano incrementarne il valore o quantomeno proteggerlo dalla svalutazione.
La domanda chiave alla quale è indispensabile rispondere per investire è:
quando si pensa di spendere il denaro che vogliamo investire? Purtroppo, non esiste investitore in grado di dare una risposta a questa domanda con una ragionevole sicurezza. La vita è incerta, esattamente come i mercati finanziari. Il modo migliore per rispondere indirettamente a questa domanda è quello di analizzare i bisogni e gli obiettivi di vita dell’investitore collegati all’utilizzo del denaro. Dedicare tempo ed attenzione ad analizzare i propri bisogni finanziari (pensione, studio per i figli, protezione del tenore di vita, acquisti/vendite immobiliari, esigenze lavorative, esigenze di salute proprie e dei familiari, ecc.) consente di generare
una rete di orizzonti temporali che costituirà la base di un buon piano d’investimento. E’ fondamentale rendersi conto che non abbiamo un solo “orizzonte temporale” (come la finanza tradizionale tende a semplificare) ma moltissimi. Alcuni obiettivi generano diversi e talvolta decine di orizzonti temporali (ad esempio gli studi per i figli, generano flussi di spese che durano svariati anni, l’integrazione al reddito nella fase post-lavorativa genera decine di orizzonti temporali). L’intreccio di questi orizzonti temporali consente di realizzare piani d’investimento che non hanno bisogno di fare previsioni sui mercati finanziari per ottimizzare i rendimenti dei mercati. Grazie alla conoscenza di questa
rete di orizzonti temporali è possibile sviluppare piani che si adattano a ciò che accade nei mercati e spostano le risorse da un obiettivo all’altro in base alle necessità del momento.
Se vogliamo concentrarci solo sulle strategie d’investimento, l’analisi dei “bisogni” può essere limitata a risposte sulle proprie preferenze in tema di un generico “orizzonte temporale”, “propensione”, “tolleranza” al rischio e “preferenze psicologiche” in tema di investimenti. Tutti concetti molto vaghi che mutano al primo
stormir di fronde delle variazioni dei prezzi nei mercati.
Se vogliamo realizzare un piano d’investimento è necessario essere molto più specifici. La prima volta che si fa un’analisi dei bisogni finanziari non sarà facile, ma è fondamentale comprendere che si tratta di un lavoro che va perfezionato negli anni. Il primo anno avremo una lista di bisogni piuttosto scarsa e poco “sentita”. Man a mano che si prende l’abitudine a collegare i propri bisogni con i portafogli finanziari, perfezioneremo sempre di più la capacità di individuare i propri obiettivi e – soprattutto – saranno sempre di più allineati ai propri valori e di conseguenza saranno “sentiti” come “veri”, “propri”.
STRUTTURARE IL PIANO
Ingenuamente, chi non è abituato a realizzare piani d’investimento, tende a pensare che lo scopo principale del piano sia quello di realizzare gli obiettivi. Non è così! Quando i piani finanziari sono fatti seriamente, abbracciano l’intera vita dell’investitore. E’ normale che gli obiettivi muteranno molte volte nel corso del tempo. Lo scopo principale del piano è quello di offrire punti di riferimento psicologici che aiutino l’investitore a prendere scelte in condizioni di incertezza in modo sensato e mantenendo una certa coerenza nel tempo.
E’ scontato che realizzare un un piano aumenti di molto le probabilità di realizzare un maggior numero di obiettivi, ma non è quello il vantaggio principale.
Uno degli errori più grandi che si possono fare cercando di tradurre gli obiettivi in un piano d’investimento è quello di essere rigidi e non considerare che gli obiettivi muteranno, talvolta anche notevolmente, nel tempo. Tutto deve essere molto flessibile. E’ fondamentale porre alle base del piano
il minor numero di assunzioni possibili. La cosiddetta “frontiera efficiente” (1) o la previsione di determinati rendimenti attesi, varianze e covarianze, dalle varie asset class dei mercati finanziari, sono dannose complicazioni le quali, invece di apportare un valore aggiunto al piano, lo ingessano. Gli strumenti di un buon piano d’investimento fondato sugli obiettivi di vita sono le euristiche “
fast & frugal” teorizzate da Gerd Gigerenzer e le simulazioni stocastiche agnostiche proposte da Paolo Sironi.
Il cuore dei piani d’investimento basati sugli obiettivi sono i “conti mentali”. In pratica si suddividono le proprie disponibilità finanziarie in sottoconti destinati a soddisfare determinati obiettivi/bisogni. Psicologicamente, si tratta ciascuno di questi conti come se fossero effettivamente separati. I conti mentali sono fondamentali perché consentono l’introduzione di regole d’investimento che non sarebbero psicologicamente sostenibili senza questo “trucco” mentale.
All’interno di un piano d’investimento assume molta più importanza il quando investire, rispetto al dove investire. I piani d’investimento sono strutturati, in genere, avendo come riferimento l’intera vita dell’investitore. I flussi finanziari di accumulo ed decumulo svolgono un ruolo fondamentale, molto meno nelle strategie d’investimento. E’ fondamentale, quindi, progettare le logiche con le quali i vari conti mentali si intersecano fra di loro.
Sviluppare dei buoni piani d’investimento finanziario è più un’arte che una vera e propria tecnica e le competenze si sviluppano nel tempo e con l’esperienza.
I VANTAGGI DI UN PIANO D’INVESTIMENTO
Avere un buon piano di investimento finanziario semplifica enormemente tutte le scelte e rende molto più facile mantenere un atteggiamento coerente davanti alle pazzie dei mercati finanziari.
La quasi totalità dei risparmiatori investe sostanzialmente a casaccio, quando si ritrova le disponibilità sul conto, magari perché ha venduto un immobile, gli è scaduto un investimento precedente o ha ricevuto, per le ragioni più varie, una elevata somma di denaro. In quel momento si cerca di risolvere l’apparente problema del “
dove li metto”. Non c’è mai neppure un briciolo di una strategia d’investimento, figuriamoci di un piano di investimento (nell’accezione che abbiamo indicato in questo articolo).
Questo implica una serie di errori che porta gli investitori a guadagnare molto meno di quello che i mercati finanziari possono offrire quando vanno bene ed a perdere disastrosamente quando vanno male.
Il vantaggio principale di un piano d’investimento è quello di allineare le proprie scelte con i reali orizzonti temporali. Gli investitori sottostimano drammaticamente i propri orizzonti temporali perché non avendo mai riflettuto realmente sullo scopo da dare ai propri risparmi, prudentemente e comprensibilmente privilegiano la possibilità di utilizzarli tutti subito.
Il danno che questo approccio comporta è colossale. Nel corso di una vita, una persona potrebbe estrarre, dai mercati finanziari, una quantità di ricchezza paragonabile a quella che ottiene lavorando, ma praticamente nessuno riesce ad ottenere questi vantaggi e la ragione è una sola: non pianifica le proprie finanze.
Realizzare un piano d’investimento finanziario non è certamente una cosa semplice da fare, richiede tempo, servono anni per affinarlo, si devono affrontare anche degli aspetti psicologici relativi ai propri “perché”, ma si tratta senza alcun dubbio in assoluto del miglior investimento che si possa fare.
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