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Una fetta di pizza o un viaggio Milano/Firenze? La nostra economia… quale futuro?
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
23 febbraio 2024 13:14
 

Un viaggio in bus da Milano a Firenze, comprando il biglietto con qualche giorno di anticipo, costa 4,99 euro. Nell’unico bar dell’autostazione una fetta di pizza, in piedi al banco, costa 4 euro e un panino imbottito (senza pretese Gourmet) sfora gli 8 euro. Viaggio ineccepibile con mezzi di ultima generazione, arrivo in orario a Firenze. Fetta di pizza di qualità medio-bassa come quelle che si trovano nelle pizzerie del centro storico (Firenze o Milano non fa differenza), servita con garbo e velocità.

Questo uno spaccato di due aspetti determinanti della nostra economia, turismo/mobilità e ristorazione. Dove il punto non è una sorta di dubbio socratico se conviene mangiarsi una fetta di pizza o farsi un viaggio di 300 Km, ma se ha futuro un mercato e un’economia del genere.

Nello specifico siamo di fronte ad un prezzo mozzafiato (tipico delle promozioni cosiddette low cost) per il viaggio ed un altro spropositato (in assoluto e per la qualità) per la fetta di pizza.

Per il trasporto pubblico non si tratta di una novità, è ancora in corso e molto calante soprattutto per gli aerei. Per la fetta di pizza è una novità in particolare da quando i flussi turistici post-covid sono ripresi superando anche quelli pre-covid.

Il mercato, quindi, ti consente di farti arrivare in modo molto economico per vedere la Madonnina o Ponte Vecchio, ma quando sei sul posto, praticamente ti dice o di tornare indietro dopo magari una mezza giornata in cui hai bevuto solo acqua dalle fontanelle pubbliche (quando e se le trovi), o di dar fondo a tutto quanto hai risparmiato con l’aggiunta di ulteriori spropositati importi (se poi ci metti l’albergo o il BB… l’ira di dio).

E’ tutto questo logico? Si può liquidare con una frase tipo “è il mercato, bellezza!”?
Comprendiamo, pur non condividendo, che - nel nostro caso - Firenze e Milano non vogliono avere a che fare con coloro che pagano 4,99 euro per raggiungerle dopo 300 Km, ma ci sono, sono turisti o viaggiano per altri motivi, consumano, respirano, pensano, osservano, vivono e, alla fine, condizionano la vita di tutti nelle rispettive città.

Abbiamo l'impressione che se chi ci amministra non fa qualcosa (sulla fetta di pizza a 4 euro, non sul viaggio a 4,99… finché dura), stia perdendo un’occasione dell’economia e della storia.

Mi è capitato, in giro per il mondo, anche nei centri storici delle città, di vedere e frequentare bar e ristoranti gestiti dalle pubbliche amministrazioni con prezzi bassi, accanto a bar e ristoranti molto diversi e con prezzi di mercato. Entrambi pieni di consumatori. Il mercato era variegato e sfrondando i picchi si equilibrava da sé, per le diverse offerte e i diversi tipi di consumatori. Un qualche studio di fattibilità andrebbe fatto. Ovviamente se l’obiettivo è di amministrare per tutti e non solo per quelli che se lo possono permettere.

Qui il video sul canale YouTube di  Aduc

 
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