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Il futuro e' innovazione e cambiamento oppure non e'. Riflessioni per cercare di cambiare il DNA degli italiani
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Editoriale di Vincenzo Donvito
17 settembre 2013 11:45
 
Ora che ci siamo conquistati la prima pagina su tutti i media mondiali grazie all'operazione di rimozione della nave Costa-Concordia dall'isola del Giglio, occorre fare una riflessione su noi stessi. Si', sugli italiani e il nostro metodo di affrontare i problemi e di cercare di risolverli: una sorta di DNA che caratterizza quasi tutti gli italiani quando devono prendere una decisione e, in qualche modo, scombussolare l'esistente. Per la Costa-Concordia ci sono voluti quasi due anni... e quanto ci vorra' per il nostro sistema economico, sociale, civico e politico?
Ci sono una serie di provvedimenti che sembravano li' li' per essere varati, ma passano i Governi e i Parlamenti e tutto e' sempre li'. Che fine ha fatto l'abolizione delle Province? Era uno degli impegni principali del precedente governo Monti, era nei discorsi dell'attuale premier Enrico Letta, ma in tutti i provvedimenti che vengono presi non ce n'e' traccia. E' come la riforma della legge elettorale, che tutti vogliono perche' si dicono schifati dal cosiddetto porcellum... ma gli stessi tutti, compresi gli innovatori che sono piombati in Parlamento con le ultime elezioni, glissano auspicando nuove elezioni che potrebbero si' modificare le attuali maggioranze che oggi mantengono in vita il Governo, ma che non modificherebbero per niente l'attuale infima qualita' media degli eletti, che' sono tali solo perche' proni al proprio capo-partito e non agli elettori (e non sto facendo la corte alle preferenze -abbiamo gia' dato...- ma ad un sistema uninominale all'americana).
E il risparmio pubblico? Il ministro Saccomanni ha detto che il prossimo anno si potranno risparmiare 5 miliardi centralizzando gli acquisti presso la Consip*. Tentativo gia' fatto in passato e che si e' infranto contro la coalizione degli enti locali, che non vogliono perdere l'autonomia degli acquisti, e le piccole imprese locali che temono che la centralizzazione degli acquisti favorisca le grandi imprese. Enti locali che, stando ad una recente relazione della Corte dei Conti, stanno remando in maniera contraria rispetto all'uscita dello Stato dall'economia: il numero delle societa' in cui Regioni e Province autonome detengono una quota e' in continuo aumento; quest'anno e' passato a 403 realta' mentre nel 2012 era di 394. E sono in aumento anche i valori delle quote, +14%: 3,9 miliardi di euro rispetto ai 3,4 investiti nel 2012. Mentre le Regioni hanno erogato a 172 gestori di servizi in affidamento diretto somme per 2,6 miliardi di euro. Qualcuno ha dei dubbi sull'opposizione che le Regioni faranno all'ipotesi di centralizzazione del ministro Saccomanni?
E i 31 piccoli tribunali che dovevano essere accorpati grazie al provvedimento dell'ex-ministro Severino? L'attuale governo e' arrivato ad un compromesso: 8 restano in funzione per altri due anni al fine di smaltire l'arretrato.
E l'abolizione del Senato (che doveva diventare una Camera federale composta da consiglieri regionali e Sindaci)? La riduzione del numero dei parlamentari? L'abolizione delle Prefetture (lasciando -come in Usa- un ufficio federale in ogni Regione)? La riduzione delle Regioni da 21 a 10? L'accorpamento dei Comuni sotto i 20 mila abitanti?
Perche' tutto questo -e altro- langue? Per il famoso DNA di cui sopra, che ci porta ad essere conservatori in tutto (anche se votiamo per partiti che dicono di essere progressisti): cioe' a non vedere nell'innovazione, nel cambiamento, nell'adeguamento a nuovi standard una soluzione per vivere e lavorare meglio e anche di piu', ma solo il pericolo di perdere le posizioni di rendita conquistate con anni di (piu' o meno) servilismo a questo o a quell'altro potere, a questa o a quell'altra corporazione.
Come venirne fuori? Difficile. Intanto diamo un occhiata a quanto sta succedendo in Usa con l'amministrazione di Barack Obama, in modo particolare al piano contro il riscaldamento globale e per le tecnologie pulite. Leggiamo, informiamoci, cerchiamo di capire, interiorizziamo, facciamone tesoro, riflettiamo su noi stessi come cittadini, consumatori, utenti, lavoratori, professionisti, studenti. Per capire che il futuro e' innovazione e cambiamento, oppure non e'... e predisporci a diventarne protagonisti.


* Consip è una società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che ne è l'azionista unico, ed opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo della Pubblica Amministrazione. La Società svolge attività di consulenza, assistenza e supporto in favore delle amministrazioni pubbliche nell’ambito degli acquisti di beni e servizi (public procurement).
 
 
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